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Il caso

Umidità, incendi e polveri del Sahara: Napoli stagna in una “bolla di afa”

Popolazione fragile a rischio per l’aumento delle Pm10

Umidità, incendi e polveri del Sahara: Napoli stagna in una “bolla di afa”

NAPOLI. La città anche ieri si è svegliata sotto un cielo plumbeo e lattiginoso. Una condizione dovuta dalle polveri del Sahara che stanno “attraversando” il Mediterraneo, l’afa che in questi giorni ha raggiunto anche il 75% e l’incendio che ha devastato la collina dei Camaldoli. Una congiuntura “perfetta” che ha acuito la sensazione di camminare e respirare in una sorta di bolla.

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La polvere del Sahara ha fatto nuovamente la sua comparsa in Italia. L'anticiclone africano, accompagnato da temperature elevate, sta causando un nuovo afflusso di sabbia desertica, simile a quello avvenuto l'8-9 giugno e il 13-14 giugno, che aveva colorato i cieli di giallo e lasciato residui di polvere rossa sulle automobili.

La nuova ondata «rischia di avere effetti negativi sulla qualità dell'aria e sulla salute di milioni di cittadini», come affermato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). Fino a ieri masse d'aria molto calda di origine desertica hanno raggiunto Napoli e il resto dell'Italia, sospinte da intensi venti meridionali alle medie quote troposferiche.

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Questo flusso, innescato dalla presenza di un profondo vortice depressionario sulla penisola iberica, ha trasportato verso Napoli, l'Italia e l'Europa centro-orientale ingenti quantitativi di polveri sahariane dando luogo a un'intrusione di proporzioni anomale.

L'episodio più intenso è passato ma fino ad oggi ancora, seppure in fase di diminuzione, potrebbe aversi questo fenomeno fastidioso e pericoloso sia in quota che al suolo a Napoli. Il consiglio dei medici, in presenza di questi fenomeni è quello di evitare il più possibile l'esposizione alle polveri desertiche, specie per i soggetti che già soffrono di malattie o disturbi respiratori».

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Le polveri, ha sottolineato sempre Lamma, il laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale, «contribuiscono all'aumento delle concentrazioni di Pm10 sul territorio». La nuova ondata «rischia di avere effetti negativi sulla qualità dell'aria e sulla salute di milioni di cittadini", ha affermato la Società Italiana di Medicina Ambientale.

Il presidente Sima Alessandro Miani ha ricordato che questo genere di polveri «possono elevarsi fino a 10mila metri di altitudine ed essere trasportate per migliaia di chilometri, arrivando in Italia e a Napoli». I soggetti più a rischio sono bambini, anziani, cardiopatici e chi soffre di malattie respiratorie, a partire dall'asma, a Napoli e altrove.

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