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L'indagine lampo
24 Giugno 2024 - 13:21
Antirapina in azione
Padre 65enne e figlio 47enne in coppia per compiere una clamorosa rapina. Ma i poliziotti della sezione "Antirapina" della Squadra mobile della questura, autori di un'indagine a tempo di record, li hanno identificati e arrestati eseguendo questa mattina (24 giugno 2024) un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della procura ordinaria.
Ora si trovano in carcere D.P.L. e D.P.A., napoletani della zona dei Decumani già noti alle forze dell'ordine, rispettivamente padre e figlio, gravemente indiziati di rapina aggravata mediante l’utilizzo di una pistola. La vittima è un rappresentante di oggetti preziosi, al quale due mesi e mezzo fa è stato asportato uno zaino con all'interno smeraldi e brillanti per un valore commerciale pari a circa 450.000 euro oltre a quasi 10.000 in denaro contante.
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L’11 aprile scorso gli indagati in sella a uno scooter condotto da D.P.L., si sarebbero avvicinati all’autovettura della vittima ferma ad un semaforo in via Marchese Campodisola e D.P.A., dopo aver infranto il finestrino del veicolo, avrebbe puntato l’arma al torace del rappresentante sfilandogli lo zaino che portava a tracolla, dandosi poi alla fuga percorrendo via Cristoforo Colombo contromano. Successivamente lo zaino con una parte della refurtiva è stato ritrovato dentro un contenitore dei rifiuti collocato in via Medina.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Napoli e coordinate dalla Procura partenopea, sono state svolte mediante l’analisi dei filmati estratti dai sistemi di videosorveglianza pubblici e private, l’analisi dei tabulati telefonici e del traffico di celle, nonché da attività di intercettazione.
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Sono state svolte, altresì, perquisizioni personali e locali delegate dal Pubblico Ministero, con l’ausilio dei Commissariati Decumani e San Giovanni e del Reparto Prevenzione Crimine Campania, a carico di D.P.L. e D.P.A. nonchè di altri 5 soggetti sospettati di aver agevolato l’occultamento dell’ingente refurtiva. All’esito sono stati rinvenuti denaro contante, oggetti preziosi, ritenuti provento di reato, ed un documento d’identità falso, che sono stati sottoposti a sequestro.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.
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