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Il confronto

Imposta di soggiorno, Napoli tra le città più care

Il capoluogo è nella fascia medio-alta rispetto alle altre metropoli e i turisti accettano malvolentieri la tassa

Imposta di soggiorno, Napoli tra le città più care

Imposta di soggiorno, Napoli tra le città più care

NAPOLI. Napoli si distingue per le sue tariffe di soggiorno, che sono posizionate nella fascia medioalta tra le città capoluogo italiane. Le tariffe variano da 2 euro per gli alberghi a una stella, a 2,50 euro per quelli a due stelle, fino a 3,50 euro per i tre stelle e 4,50 euro per i quattro stelle. Questa politica tariffaria riflette l’importanza del turismo per la città e la necessità di finanziare i servizi turistici e infrastrutturali, bilanciando l’attrattiva della città con la sostenibilità economica. Ad oggi, sono 17 su 20 le città capoluogo italiane che applicano l'imposta di soggiorno. Le tre che mancano all'appello sono L'Aquila, Campobasso e Bari. Quest'ultima, però, ha recentemente istituito il tributo con una delibera del Consiglio comunale del 25 luglio 2023, e manca soltanto l'adozione delle tariffe per renderlo applicabile. Le città più moderate, al di sotto della media per ognuna delle voci considerate nell'analisi, sono Ancona, Cagliari, Palermo, Perugia, Potenza e Trieste. Per quanto riguarda il Comune di Venezia, l'analisi ha preso in considerazione le cosiddette "tariffe base", ovvero quelle vigenti nell'alta stagione all'interno del centro storico.

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IMPORTI DELIBERATI DAI COMUNI CAPOLUOGO DI REGIONE ITALIANA A TITOLO DI IMPOSTA DI SOGGIORNO. Considerando gli alberghi, per quelli ad una stella, le tariffe richieste ai turisti spaziano dai 50 centesimi di Palermo, Perugia e Potenza ai 3,50 euro di Firenze. In mezzo troviamo Ancona, Cagliari e Venezia (un euro), Trieste (1,20 euro), Catanzaro, Genova e Trento (1,50 euro), Milano e Napoli (due euro). Per gli alberghi a due stelle, si confermano tra le città meno esose, in relazione all’imposta di soggiorno, Palermo, Perugia e Potenza, Napoli a 2,50 euro. Per pernottare in un albergo a tre stelle, l'imposta di soggiorno mediamente è pari a 2,6 euro, Napoli e Venezia, con 3,5 euro. Per gli alberghi a quattro stelle, in vetta troviamo Firenze che chiede una tariffa di 7 euro, Napoli e Venezia con 4,5 euro. Le tariffe più alte si riscontrano in città con un grande afflusso turistico e attrazioni di fama mondiale, come Firenze, Roma, Milano e Napoli, mentre le città meno costose tendono a essere quelle con un turismo meno massiccio o stagionale. La decisione di adottare tariffe più alte o più basse può riflettere la strategia turistica di ciascun Comune, bilanciando la necessità di generare entrate con quella di non scoraggiare i visitatori.

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Per quanto riguarda case e appartamenti vacanza, la città più competitiva in termini di imposta di soggiorno è Aosta, con venti centesimi a persona a notte, seguita da Ancona, con 0,50 euro e da Perugia e Potenza (un euro). Al di sopra della media, Torino (2,3 euro), Genova, Milano e Napoli (3 euro). «L'imposta di soggiorno è diventata una componente significativa delle politiche turistiche e finanziarie delle città italiane. Con le differenze nelle tariffe che riflettono le diverse strategie e priorità locali, è evidente che ogni città cerca un equilibrio tra incentivare il turismo e garantire risorse per mantenere e migliorare i servizi offerti - ha confermato Massimo D’Onofrio, tour operator - Napoli, con le sue tariffe moderate ma efficaci, rappresenta un esempio di come un capoluogo possa gestire il turismo anche se questa tassa è malsopportata dai turisti che la ritengono non utile e mal utilizzata, per qualcuno è addirttura un sopruso».

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