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Napoli Est
04 Ottobre 2024 - 08:41
Mentre lo Stato prova a riprendere il controllo della periferia est di Napoli mettendo a segno sessanta arresti, la camorra non molla la presa. A poche ore dal blitz scattato ieri mattina, nel quartiere Ponticelli un commando di sicari è entrato in azione in via Argine. A finire nel mirino il 31enne Salvatore Bossis, cugino del giovane defunto ras Alessio Bossis, che è stato centrato da alcuni colpi di pistola alle gambe. La vittima designata è arrivata intorno all’una di notte al pronto soccorso dell’ospedale Villa Betania, dove ha ricevuto le cure del caso. Bossis non è in pericolo di vita e le indagini sul caso sono state affidate alla polizia di Stato, che già nell’immediatezza dei fatti ha provato a interrogarlo, senza però riuscire a ottenere informazioni degne di nota.
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Il movente del raid resta dunque ancora tutto da inquadrare. Certo, la preoccupazione negli ambienti investigativi inizia a salire. Appena 24 ore prima, infatti, un altro agguato era scattato a Barra e in quel caso a finire sotto tiro è stato il 33enne Antonio Ciscognetti, genero del boss Angelo Cuccaro. Anche in questo le indagini proseguono a tutto campo, ma gli inquirenti sperano di risolvere i due casi in tempi ragionevolmente brevi: il rischio di avere due focolai, Barra e Ponticelli, pronti a divampare ancora una volta è infatti un rischio che nessuno vuole correre. Salvatore Bossis è tra l’altro strettamente imparentato con l’emergente ras dei De Luca Bossa, Alessio Bossis, ucciso a Volla nel 2022 in un agguato di stampo mafioso. Un delitto ancora adesso irrisolto. Il duplice tentato omicidio del figlio di Clemente Amodio e del figlio di Roberto Mazzarella sarebbe però alla base dell’agguato mortale del 24 ottobre 2022 ad Alessio Bossis, giovane emergente di Volla legato al cartello camorristico De Luca Bossa-Minichini-Audino-Rinaldi che tra Ponticelli, Barra e San Giovanni si oppone ai Mazzarella e ai loro alleati. Le ultime dichiarazioni in ordine di tempo sull’assassinio del 19enne, inedite giornalisticamente, sono arrivate da Ciro Oliva in qualità di indagato, il 16 marzo 2023: «Bossis era un ragazzo di fiducia di Francesco Audino». Cosicché la pista del movente interno alla malavita della cittadina vesuviana andrebbe in secondo piano. Più in particolare Ciro Oliva ha messo a verbale che il retroscena dell’agguato mortale a Bossis starebbe nel tentato omicidio dei figli di Roberto Mazzarella, uno degli esponenti di maggiore spicco del clan omonimo, e Clemente Amodio, anch’egli personaggio di primo piano del gruppo di San Giovanni a Teduccio.
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