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Malanapoli
09 Novembre 2024 - 10:00
NAPOLI. Potrebbe essere la prima intimidazione dell’anno in chiave prenatalizia. Con cinque colpi di pistola contro un negozio di parrucchiere nel quartiere Mercato-Pendino, se lungo la pista battuta emergeranno indizi concreti a sostegno della tesi, gli emissari del racket avrebbero aperto la stagione delle intimidazioni.
Manca ancora molto alle festività più sentite dell’anno, ma non tantissimo. E la dinamica dell’azione di fuoco di ieri mattina è fortemente sospetta: tre proiettili hanno bucato la serranda dell’esercizio commerciale, altri due si sono conficcati su un muro di un palazzo adiacente.
Danni limitati, anche se non di lievi entità, ma per gli autori del raid l’importante era il messaggio da lanciare e non il danneggiamento. Erano le 5 circa, quindi prima dell’alba, quando è scattato l’allarme in via Casciari al Pendino. Alcune telefonate anonime sono giunte al 113 e tutte segnalavano la stessa cosa: «Correte, stanno sparando».
Inizialmente gli investigatori temevano che fosse in atto un altro scontro tra babygang dopo quello tragico culminato con l’omicidio del 15enne Emanuele Tufano, avvenuto a poca distanza. Ma è bastata un’occhiata per capire che non si trattava di una nuova puntata della guerra tra giovanissimi di diversi quartieri e nemmeno di un agguato o di una stesa, ma di un’intimidazione o di una vicenda per motivi ancora oscuri.
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L’ipotesi “pizzo” dunque, al momento è la più gettonata tra gli investigatori della Squadra mobile della questura di Napoli e del commissariato di zona, anche se (come scriviamo a parte) c’è anche l’ipotesi che il destinatario delle minacce fosse uno dei due minorenni indagati per il conflitto a fuoco costato la vita a Emanuele Tufano.
Il titolare del negozio, accorso in via Casciari al Pendino, avrebbe riferito di non avere ricevuto minacce estorsivo né di alcun tipo. Il che naturalmente viene valutato dai poliziotti, i quali sanno però bene che a volte i taglieggiatori prima sparano per poi avanzare la richiesta di “pizzo” partendo da una posizione di forza, fermo restando che non ci sono motivi per non credere al racconto della vittima.
Dalla frammentarie testimonianze raccolte, poche considerando che a quell’ora sono poche le persone sveglie, sembrerebbe che ad agire siano stati in due in sella a uno scooter. Il mezzo, giunto all’altezza del negozio, avrebbe rallentato quel tanto che bastava al passeggero di estrarre una pistola calibro 22 e premere il grilletto consecutivamente per 5 volte. E tanto per non lasciare dubbi, l’autore degli spari ha preso bene la mira e non ha sprecato neppure un colpo: tutti hanno centrato il bersaglio.
La Scientifica della polizia, con base in via Medina, ha compiuto un accurato sopralluogo e raccolto i bossoli. Storicamente la camorra batte cassa a Pasqua, Ferragosto e Natale, quando si presume che per i commercianti aumentino gli introiti. Ma come sempre sottolineano gli investigatori, il reato di estorsione è uno dei più facili da perseguire. Basta che le vittime lo denuncino.
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