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L'ordinanza
13 Novembre 2024 - 15:21
La polizia in piazzetta Sedil Capuano dove è morto il 18enne Arcangelo Correra (nel riquadro)
L'arma da cui è partito il colpo che ha ucciso Arcangelo Correra, 18enne morto a Napoli nella notte tra venerdì e sabato, non è stata trovata casualmente.
A negare la versione fornita da Renato Caiafa, il 19enne napoletano che ha ammesso di aver sparato all'indirizzo di Correra, è la gip del tribunale di Napoli Maria Gabriella Iagulli nell'ordinanza con la quale, non convalidando il fermo dell'indagato, ha disposto l'applicazione della misura cautelare in carcere per i reati di porto, detenzione e ricettazione dell'arma.
Caiafa ha detto di aver incontrato Correra e altri amici in piazzetta Sedil Capuano, dove aveva notato una pistola presente sulla ruota di una macchina che era parcheggiata da tempo in strada. Il 19enne ha riferito di aver preso l'arma, che era ben visibile, e di aver iniziato a giocare con Arcangelo.
Caiafa stava mostrando quell'arma, che aveva preso per “scherzare" agli amici quando, improvvisamente, sarebbe partito il colpo che ha poi ferito mortalmente Correra. Caiafa ha spiegato che pensava fosse una pistola finta, benchè priva del tappo rosso, e di essersi reso conto che si trattasse di un'arma vera solo dopo aver visto il sangue della vittima. Ha detto, ancora, che Correra lo «sfidava a sparare», mostrando il petto.
Per la giudice per le indagini preliminare sarebbe invece dimostrato che Caiafa abbia detenuto e portato in strada l'arma del delitto. Non è ritenuta «verosimile», infatti, l'ipotesi del ritrovamento casuale dell'arma, abbandonata sulla ruota di un'autovettura.
I fatti - scrive la gip - sono avvenuti di notte, l'arma è nera e, dunque, mai sarebbe stata visibile, qualora abbandonata al di sopra di uno pneumatico - a sua volta nero - al di sotto della carrozzeria dell'auto. L'arma, inoltre, risulta essere clandestina, ha quindi un «enorme valore di mercato», tanto più se si consideri che era modificata.
Quindi, nessuno avrebbe lasciato un'arma carica, di valore, per strada, né si può ritenere che qualcuno se ne fosse sbarazzato: la criminalità - si legge - tende ad acquisire il possesso di questo tipo di armi, difficilmente riconducibili a un possessore, e di certo non le abbandona, dopo averle pagate. Si tratta di armi che possono essere usate mille volte: in quanto clandestine, sono difficilmente ricollegabili ai delitti e commessi e ai loro autori.
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