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Clan Mallardo
04 Febbraio 2025 - 08:34
Nei riquadri l’ex sindaco Antonio Poziello, Giuliano Amicone, Giuseppe Dell’Aquila e Domenico Pirozzi “’o pesante”
NAPOLI. È l’ennesima inchiesta sul clan Mallardo e ogni volta spuntano nomi nuovi tra gli affiliati. Ma in questo caso i carabinieri del Ros (Raggruppamento operativo speciale), coordinati dalla procura antimafia, hanno compiuto un salto in avanti nelle indagini arrivando ai colletti bianchi. Sono spuntati diversi episodi penalmente rilevanti che hanno coinvolto l’ex sindaco Antonio Poziello, gli ex consiglieri comunali Giulio Di Napoli, Pasquale Casoria, Paolo Liccardo e Andrea Guarino e l’allora dirigente tecnico Filippo Frippa. In 25 sono stati arrestati (20 in carcere e 5 ai domiciliari) su 51 indagati, tutti innocenti fino ad eventuale condanna definitiva.
A Giugliano in Campania il clan Mallardo (fondatore e componente della potente Alleanza di Secondigliano) avrebbe condizionato la tornata di elezioni amministrative del 2020, intervenendo spesso anche in controversie tra privati. Una sorta di “potere occulto” pronto a far sentire la propria voce negli interessi dell’organizzazione malavitosa, come si legge nelle carte dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli che ha portato all’esecuzione delle misure cautelari nei confronti di ex amministratori, di presunti esponenti del clan e al sequestro di svariati beni (tra cui rapporti finanziari, terreni, fabbricati, aziende e società) per alcuni milioni di euro.
Tra gli arrestati figura anche l’ex sindaco Antonio Poziello. Eletto una prima volta nel 2015, si era ripresentato alle elezioni nel 2020, finendo battuto dall’attuale sindaco del Pd, Nicola Pirozzi. Secondo l’accusa (da provare in giudizio) Antonio Poziello e Francesco Mallardo “’o marmularo” (indagato a piede libero) avrebbero stretto un accordo per il sostegno durante la tornata elettorale del 2020, poi persa: voti in cambio di 10mila euro versati dall’ex sindaco per una successiva gestione clientelare dell’amministrazione comunale di Giugliano.
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Stando alla ricostruzione degli inquirenti l’ex sindaco, insieme con un ex assessore indagato e arrestato nell’ambito della stessa operazione, avrebbero ricevuto un “corrispettivo” in cambio dell’aggiudicazione dei lavori di recupero e manutenzione ordinarie delle case popolari di Casacelle.
Le attività illecite sarebbero state poste in essere dagli indagati anche per destinare i proventi alla “cassa comune” dell’organizzazione criminale, creata per il sostentamento degli affiliati e dei familiari degli esponenti detenuti; inoltre, il clan sarebbe anche intervenuto in varie controversie tra privati in disaccordo.
A seconda delle varie pozizioni i reati ipotizzati a carico degli indagati sono gravi e molteplici: reati di associazione di tipo mafioso, di scambio elettorale politico-mafioso, nonché di estorsione, tentata estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, corruzione ed altro, delitti aggravati in quanto sarebbero stati commessi avvalendosi del metodo mafioso e con la finalità di agevolare le attività del clan camorristico Mallardo, attivo sul territorio di Giugliano in Campania e zone limitrofe nonché stretto alleato dei Contini dell’Arenaccia e dei Licciardi di Secondigliano.
Intanto oggi si terranno i primi interrogatori di garanzia. Davanti al gip sono attesti Domani i primi 2 interrogatori, i reggenti Domenico Pirozzi “’o pesante”, difeso dagli avvocati Luigi Poziello e Catia De Luca, e Giuseppe Dell’Aquila “’o ciuccio”, difeso dall’avvocato Giuseppe Pellegrino.
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