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L'inchiesta

Il pentito: «Curavo i rapporti coi colletti bianchi»

I collaboratori di giustizia ricostruiscono fatti e ruoli

Il pentito: «Curavo i rapporti coi colletti bianchi»

GIUGLIANO. «Avevo rapporti sia con esponenti dei gruppi imprenditoriali legati ai Mallardo sia con i politici legati al clan Posso dire che noi eravamo perfettamente in grado di pilotare tutte le gare comunali». Era il lontano 27 dicembre 2012 quando Giuliano Pirozzi lanciò pesanti accuse e indicò i meccanismi di corruzioni all’interno del comune di Giugliano, che però (va sottolineato) riguarderebbero una minima parte dell’apparato politico-amministrativo dell’epoca.

L’inchiesta si ferma al 2020. Giuliano Pirozzi aveva avuto un incarico preciso dal clan: «La mia funzione era quella di intessere e consolidare nuovi rapporti che potevano essere utili. Quindi coltivavo legami con persone non vicine al clan, ma soprattutto il mio ruolo era di intercettare fondi pubblici che avrebbero potuto essere destinati al Comune di Giugliano».

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Filippo Caracallo, altro collaboratore, ha parlato dei collegamenti ricordando che fu appoggiato dal gruppo delle Palazzine del clan Mallardo, malavitosi in passato affiliati alla fazione San Nicola e in seguito, nel 2015, protagonisti di un contrasto armato con il nucleo originario e di una scissione: «Il sindaco Antonio Poziello non è stato appoggiato da noi per essere eletto. So invece che è stato appoggiato dal gruppo delle Palazzine».

Caracallo ha parlato anche dei consiglieri eletti, indicandone due che a suo dire sarebbero stati “a disposizione” del clan Mallardo: Pasquale Casoria e Andrea Guarino

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