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Camorra

Trappola mortale a Miano, ammazzati due pregiudicati

Agguato in via Janfolla, riesplode la faida per l’eredità del clan dei “Capitoni”

Trappola mortale a Miano, ammazzati due pregiudicati

Nella foto i rilievi dei carabinieri sulla scena del crimine; nei riquadri le vittime Francesco Abenante e Salvatore Avolio

NAPOLI. Riesplode la guerra di Miano, con un duplice omicidio dai contorni ancora non completamente chiari. Nella prima serata di ieri due sicari hanno ucciso altrettanto giovani più che noti agli investigatori, ma con storie diverse: uno, Francesco Abenante, ritenuto vicino agli Scognamiglio e l’altro fratello di Antonio Avolio, ammazzato il 24 giugno 2021 a Piscinola, considerato legato ai Pecorelli-Catone.

Per il resto nessun dubbio che si sia trattato di un agguato di stampo camorristico, intorno alle 18, nell’ambito della faida tra gli eredi dei Lo Russo, dilaniati da scissioni e scissioni di scissioni con faide interne a fasi alterne. Sul duplice omicidio indagando i carabinieri del Nucleo investigativo del reparto territoriale di Napoli, giunti sul luogo dell’agguato un attimo prima della polizia. A terra, in seconda traversa di via Vincenzo Janfolla, c’erano il 34enne Francesco Abenante, morto all’istante, e Salvatore Avolio, 32enne originario di Qualiano, soccorso in condizioni disperate e deceduto al Cardarelli durante le prime cure.

Entrambi sono stati centrati da almeno tre colpi ciascuno alla testa e al torace mentre erano in sella a uno scooter. Inutilmente il più giovane che era alla guida, ha tentato la fuga dando gas. Un proiettile lo ha centrato facendogli perdere il controllo del mezzo. Le indagini, come sempre in casi del genere, hanno puntato innanzitutto sulla ricostruzione della dinamica dell’evento. È emerso così che a fare fuoco sarebbero stati due sicari anch’essi in scooter, ognuno armato a quanto sembra, che hanno intercettato le vittime oppure erano alle loro calcagna già da un po’.

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Non è escluso che Francesco Abenante e Salvatore Avolio siano stati seguiti a distanza e fossero tutt’e due nel mirino. Ma gli investigatori non escludono una clamorosa ipotesi: i killer avevano l’ordine di uccidere uno solo e si sono trovati di fronte, o di lato, anche l’altro. Gli investigatori, dopo i classici accertamenti iniziali con posti di blocco e qualche perquisizione, hanno cercato di acquisire immagini utili alle indagini.

In assenza di telecamere in seconda traversa via Janfolla, l’attenzione si è spostata sulle telecamere della zona sia pubbliche private nella speranza che abbiano immortalato i pistoleri: prima della sparatoria o successivamente durante la fuga. La Scientifica dell’Arma ha compiuto accurati rilievi repertando una decina di bossoli dello stesso calibro, a dimostrazione che ha fatto fuoco la pistola nelle mani del malvivente seduto dietro.

Lo scooter si sarebbe affiancato a quello delle vittime, dando il via alla sparatoria. La pista più seguita, con tutti i dubbi del caso, porterebbe alla guerra di Miano. Dove, ai confini con Secondigliano gli eredi dei Balzano (“abbasc Miano”) sarebbero gli Scognamiglio, in contrapposizione con i Pecorelli-Catone subentrati ai Cifrone (“’ncopp Miano”). Ma non può escludersi un rimescolamento di carte: gli affiliati ai due gruppi hanno in comune l’eredità dei Lo Russo, i famigerati “capitoni”.

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