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Esclusiva
03 Giugno 2025 - 08:23
Stefano Addeo e la lettera alla premier
Stefano Addeo, autore del post che ha choccato l’Italia nel quale augurava alla figlia del premier di fare la fine della 14enne massacrata ad Afragola, chiede perdono con una lettera di cui il Roma è venuto in possesso. Il professore, che nei giorni scorsi aveva rilasciato una prima intervista esclusiva al nostro quotidiano, ora si rivolge direttamente a Giorgia Meloni con toni di profondo pentimento, dichiarando di volerle chiedere scusa “guardandola negli occhi”. Nella lettera, Addeo prende le distanze dal contenuto del post definendolo “inaccettabile” e ribadisce di volersi assumere “ogni responsabilità morale”. Di seguito il testo integrale.
Gentile Presidente,
Le scrivo con profondo rispetto e autentico pentimento per quanto accaduto. In questi giorni ho avuto modo di riflettere profondamente sul gesto che ha ferito Lei e la sua famiglia, e in particolare Sua figlia, che mai avrebbe dovuto essere tirata in ballo in alcun modo. Il post oggetto delle polemiche, poi rimosso, è stato un grave errore, che ora sento tutto il peso di dover riconoscere. Non c’è giustificazione possibile per le parole scritte.
Mi assumo ogni responsabilità per l’accaduto, anche se confesso che mai nelle mie intenzioni vi era l’idea di augurare la morte a una bambina, né a chiunque altro. È stata una frase infelice, inadeguata, inaccettabile, che non mi rappresenta come uomo né come educatore. Sono un insegnante da molti anni, e sebbene mi sia sempre espresso con chiarezza sulle mie convinzioni politiche, non ho mai permesso che queste influenzassero il mio ruolo in aula.
Vivo con mia madre, anziana e malata, con cui condivido l’unica fonte di sostentamento, e sto attraversando un momento molto difficile della mia vita. Ma so bene che nulla di tutto ciò può cancellare il male fatto con quelle parole. Solo la verità, il pentimento e il rispetto possono servire, ora.
Chiedo pubblicamente scusa a Lei e a sua figlia. Le chiedo, se possibile, di potermi incontrare per poterglielo dire guardandola negli occhi. Lo chiedo da uomo, da cittadino, e da educatore. Perché credo ancora che nella vita si possa sbagliare, ma che la dignità consista nel riconoscere il proprio errore e impegnarsi a non ripeterlo mai più.
Con rispetto,
Stefano Addeo
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