NAPOLI. Era uno dei ristoranti più noti di Napoli. La Sacrestia, i locale di via Orazio, ha chiuso i battenti. La crisi ha travolto un’altra storica azienda della città, un marchio di qualità conosciuto nel mondo. Martedì scorso per i cinque dipendenti che erano rimasti sono arrivate le lettere di licenziamento. A nulla è valso il tentativo fatto negli ultimi tempi da parte del patron 83enne Dino Murolo di cedere il locale. L’accordo non è stato raggiunto e non c’è stata altra soluzione che abbassare le saracinesche. Nel marzo scorso, la morte dello chef Felice Ponari, che ha fatto la fortuna e la storia del locale, sembra aver portato con sé il destino di un simbolo della ristorazione napoletana.
Il locale fu fondato nel 1971 da Arnaldo Ponsiglione. La ristorazione non era il mestiere di famiglia, che aveva fatto fortuna nel settore della moda, e in particolare nella produzione di guanti. L’arrivo di Ponari solo tre anni dopo, nel 1974, diede subito una svolta e un’impronta decisa allo stile della cucina dell’azienda di Posillipo. Poi, con la guida di Marco, il figlio del fondatore, il ristorante prese il volo. Ponari restò fino al 2002. La guida del Gambero Rosso inseriva costantemente il locale tra i migliori d’Italia.
Ma che l’aria stava cambiando Marco lo capì già nel 2000. Nel 2001, infatti, scelse Milano dove aprì un locale nella zona dei Navigli. Se ne andò criticando la sua città, che non offriva spunti e risorse: «Chi lascia Napoli non la ama. Io rispondo: solo chi la lascia la ama davvero, perché vuole farla conoscere al mondo. Forse noi, come popolo, siamo troppo autodistruttivi: i figli migliori di Napoli sono costretti ad andarsene, incompresi», disse ai giornali. 
Posizionato in uno dei punti più panoramici di via Orazio, con ampie vetrate e una bellissima terrazza, la Sacrestia era certamente un posto esclusivo. Ma negli ultimi tempi le prenotazioni cominciavano a scarseggiare. Il numero di dipendenti a ridursi sempre di più. In sala erano rimasti solo due camerieri. 
Le ultime recensioni su Tripadvisor non sono entusiasmanti. Ma è evidente che quando un’azienda entra in crisi non può mantenere gli stessi livelli di qualità
La Sacrestia è solo uno dei tanti locali storici, noti in tutto il mondo che hanno chiuso i battenti. Il Sarago, il Delicato, per restare nel settore della ristorazione, ma anche Scaturchio, Caflish per quanto riguarda la pasticceria sono scomparsi nel giro di pochi anni. È forse anche la fine di un modo di intendere la tradizione.