Con il termine follia si indica genericamente una condizione psichica che identifica una mancanza di adattamento che il soggetto esibisce nei confronti della società, tipicamente attraverso il suo comportamento, le relazioni interpersonali e stati psichici alterati. Questa è la definizione da manuale del concetto di follia. Ma non è solo questo. Hesse riteneva che fosse “l'inizio di tutte le arti, di ogni fantasia”, Erasmo ne ha decantato l’elogio in un libro che ha fatto storia, per Budda “Tutti noi possiamo piombare nel baratro della follia da un momento all'altro. Proprio per questo, non dobbiamo mai giudicare la pazzia degli altri”.

Sarà una giornata di ordinaria follia il tema del docufilm “Vivere alla grande”, prima produzione della neonata “Anice Stellato Media” di Beatrice Cecaro e Daniela Riccardi, che verrà presentato in anteprima assoluta alle 20.30 presso il Cinema Modernissimo di Telese Terme.

La proiezione del documentario, diretto da Daniela Riccardi e scritto anche con la Cecaro ed Antonio Mango, dedicato alla follia, che vede protagonisti gli straordinari attori/pazienti del Centro di salute mentale di Puglianello, è inserita nella manifestazione di solidarietà per gli alluvionati del Sannio, organizzata da La Compagnia Instabile e da Slow Food Valle Telesina. Ma come sono nati questi centri? Con la legge 180 del 1978, la riforma Basaglia, che ordinò la chiusura manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. Una legge voluta per modernizzare l'impostazione clinica dell'assistenza psichiatrica, instaurando rapporti umani rinnovati con il personale e la società, riconoscendo appieno i diritti e la necessità di una vita di qualità dei pazienti.

Un po’ di tempo, i protagonisti del docufilm, fa erano considerati soltanto i pazzi del paese. Oggi sono annoverati tra gli attori più originali d’Italia e sono entrati di diritto a far parte degli abitanti di Puglianello. Nei curricula artistici dei pazienti-attori figurano lavori quali “Il medico dei pazzi” e “La gatta Cenerentola”, con tanto di diritti ceduti dal legittimo titolare, cioè il maestro Roberto De Simone.

Capita così di incontrare Yuri e Antony al bar, al mercato, in piazzetta o alle prove teatrali. Nella struttura di salute mentale vivono 13 pazienti, più altri quaranta che frequentano il Centro quotidianamente per poi tornare a casa nel pomeriggio. Porte spalancate, colori vivaci alle pareti, divanetti all’ingresso; medici e pazienti vestono abiti normali, i cancelli e i reparti sono sempre aperti, ci sono le assemblee e pure le prove teatrali prima della tournée nazionale. Si presenta così il Centro di salute mentale, diretto da Maurizio Volpe, a chi decide di varcarne la soglia.