AGEROLA. Si va per una escursione sul Sentiero degli Dei. Si torna per ritemprarsi alla Corte degli Dei, tra gli archi tappezzati di vite americana che in questi mesi ornano in verde una parete alta e maestosa di un cortile della metà del Settecento. È lo scenario d’incanto che si apre dietro il portone di Palazzo Acampora in via Diaz 26, ad Agerola. Dietro gli archi si entra in un’antica stalla trasformata in calda e accogliente sala ristorante dove lo chef resident Giuseppe Romano - coordinato da Vincenzo Guarino brand manager - mette in opera tutta la sua esperienza maturata in 15 anni di di attività in giro per l’Italia in ristoranti di alto profilo tra cui L’Angiolieri di Seiano, Il Pievano al Castello di Spaltenna nel Chianti, Mandarin Oriental sul Lago di Como.

Entrare in questo tempio del gusto – accompagnati dal raffinato maitre Antonio Iovine – è come partire per un viaggio in un fantastico incontro di storia, tradizione, innovazione, prodotti d’eccellenza a Km 0 con il miglior extravergine della Penisola sorrentina e una fantasia di grissini ai profumi di mare insieme a pane fumante appena sfornato…

La Corte degli Dei prevede un’apertura a pranzo per chi desidera un light lunch a base di ricette veloci, servite in pentole di rame, e che prevedono ravioli caprese, il cuberoll di manzo ai tre pepi, la cianfotta di verdure, ma anche la pasta e patate con il fiordilatte di Agerola. E per cena si può scegliere à la carte oppure affidarsi a uno dei quattro menù degustazione. La famiglia che arriva con bambini al seguito, vede la mamma scegliere gli scialatielli alla Nerano e gamberi rossi crudi, il papà assaggiare il “mio cappuccino salato” (una spuma di provolone del monaco, polvere di funghi su crema di patate morbida intorno a dadini di bioche croccante) e lascia ai piccoli il panino servito come nei tradizionali fastfood, ma dei prodotti genuini locali: il bun fragrante preparato in cucina ripieno di salsiccia e friarielli dell’orto proprio di fronte al cortile nobiliare… e le patatine novelle. Curatissimi i primi piatti di pasta preparata a mano al momento (come il raviolo tutto verde, gli 'ndunderi di ricotta con crema di fave e percorino e guanciale; i tortelli ripieni di genovese e mantecati di provolone del monaco…). Non vi riveliamo tutte le delizie in cui chef Romano coinvolge i suoi assistenti in cucina, dove anche l’agnello si fa in tre…, mentre il sommelier Luigi Capriglione versa nei calici una selezione di vini che si può scegliere tra oltre 130 selezionate etichette. Il menù non è avaro di secondi piatti di pesce, tutti da scoprire.

Ma l’esperienza a Palazzo Acampora non si esaurisce nell’estasi del palato. Il “viaggio nella storia" che promette l’ingresso degli archi antichi prosegue nella visita dell’edificio patrizio, inserito nella prestigiosa Associazione dimore storiche italiane (Adsl). La sala interna accoglie il visitatore con la statua di Francesco II delle Due Sicilie, che insieme ad affreschi alle pareti e ai soffitti, mobili, suppellettili, ceramiche, statue, vasi e cornici, quadri e ritratti riavvolgono il filo della storia di oltre 300 anni. Il proprietario del palazzo, Giovanni Paone, è discendente della famiglia Acampora, le cui vicende s’intrecciano con quelle di di Ferdinando e Francesco di Borbone, della regina Maria Sofia, di un avventuroso condottiero Paolo Martino Avitabile legato a doppio filo con le corone europee, tra cui quella inglese della regina Vittoria e quella francese di Luigi Filippo. Storie di amori e di delitti passionali, o forse di Stato, di briganti e di personaggi di spicco dell’Italia unitaria prima e repubblicana poi. Se ne saprà di più quando – presto – saranno organizzati “aperitour” nelle cantine, nel lavatoio, nel panificio del palazzo, tra i salotti e le sete alle pareti e i merletti ai balconi, insieme a guide, raccontastorie e degustazioni appropriate al fine dining de La Corte degli Dei.