Un popolo senza memoria è destinato a morire: l'Italia al tempo di Capaci
Giovedì 28 aprile alle ore 17.00 verrà presentato presso la sede della Banca Etica di Napoli il libro del giornalista Rai Ettore De Lorenzo con Luigi Vivese, coordinatore del git di Napoli.
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Mer 20 Aprile 2016 12:18
Ricordo. Dal latino re-cor. Richiamare in cuore. Non è memoria. Il ricordo richiama nel presente del cuore e del sentimento qualcosa che non è più qui o non è più adesso. Non nella sua forma originale. Esso fa rivivere non un sogno fatuo o fantasticherie, ma sentimento concreto, esperienza diretta. E' la possibilità di consultare il passato, di interrogarlo, di distendercisi ancora per capire ed essere capaci di cura e di responsabilità nel presente e nel futuro.
Questo è “Quando avevo vent’anni”, un libro-ricordo, di Ettore De Lorenzo, inviato Rai, edito dall’”Isola Dei Ragazzi”.
L’autore torna indietro con la mente, aiutato dalla penna e da incontri, ai giorni e ai mesi tragici delle stragi del 1992, di cui quest’anno è il ventennale. Attraverso una serie d’interviste a uomini di cultura o della politica, esponenti della società civile ( Cantone, Bolzoni De Magistris), vuole far rivivere i valori e il messaggio che i giudici Falcone e Borsellino vollero far passare.
“Voglio anch’io che i ragazzi sappiano. Il loro sacrificio deve pur esser servito a qualcosa. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno affrontato a viso aperto la mafia e il potere della prevaricazione e della violenza, alla morte hanno opposto l’amore, ed è di amore e rabbia, di coraggio e rassegnazione, di passione e di giustizia, di pudore e di dolore, di entusiasmo e di paura, di libertà e di speranza, di vita e di morte che vi scriverò”. Queste le parole di De Lorenzo. Un post-it su un foglio bianco. Così si presenta.
La struttura del libro è affascinante. Un mondo virtuale, scomposto nella pratica. Ma con un filo temporale e teorico lineare. Pensieri e parole si affiancano. Si sovrappongono. De Lorenzo nel libro racconta la storia del libro come se non fosse ancora stato scritto. Eppure è li, tra le proprie mani. E’ un cerchio che si chiude solamente all’ultima pagina. Di fatto è un viaggio. L’autore ti accompagna nella lettura del libro spiegandoti come dapprima fosse progetto, poi improvvisamente realtà.
E in questo viaggio sono anche altri i temi trattati. Dal tema scottante dei rifiuti alla nuova mafia dei colletti bianchi. Fino ai fatti del G8 di Genova del 2001. Quando con un intervista a Daniele Vicari, regista di “Diaz” si rievocano quei terribili giorni. Queste le parole del regista: “l’uccisione di Falcone e Borsellino e i fatti di Genova dieci anni dopo secondo me sono stati due punti di non ritorno della nostra democrazia”.
Ancora un altro è il messaggio di De Lorenzo. I giovani, che siano bambini o adolescenti, sono fondamentali. Sono vitali e la nostra unica speranza. Spetta a noi però trasmettergli la Storia, le sensazioni, il ricordo, appunto. I giovani d’oggi hanno fortemente bisogno di maestri e guide che li ispirino. Che indichino loro la strada giusta, della legalità, dell’impegno civico, della giustizia e dell’amore per la verità. Perché “un popolo senza memoria e conoscenza della sua storia è un popolo destinato a morire”.
Gioventù e Storia. Conoscenza e ricordo. Vita e Morte. I temi di “Quando avevo Vent’anni” di Ettore De Lorenzo.
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