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I rischi
25 Giugno 2024 - 08:42
Rogo dei Camaldoli, il fronte del fuoco si è spostato sul versante di Pianura
Al momento si preannuncia come un’estate rosso fuoco; cominciata con le fiamme ai Camaldoli e proseguita a Scampia perchè ancora una volta Scampia si è tinta di nero fumo. domenica sera l’ennesimo rogo si è scatenato nei pressi del campo nomadi già protagonista di diversi disastri ambientali.
«Sono un cittadino di Scampia, non ne possiamo più con gli incendi che appiccano qui tutte le sere. Si muore inalando questi fumi. Stasera c’è stato un incendio con tanto di esplosioni al campo che si trova lungo la circumvallazione esterna alle spalle del carcere di Secondigliano» ha raccontato un residente esasperato.
«Sversano rifiuti di ogni tipo, tra cui anche materiali pericolosi, e poi li danno alle fiamme. Si creano danni ambientali e alla salute pubblica enormi oltre alla situazione di pericolo pubblico a cui si dà vita. Abbiamo chiesto ad Arpac di monitorare la qualità dell’aria e di tenerci informati - ha detto il deputato Francesco Borrelli ricordando che «sono anni che denunciamo la realtà degradante ed illegale di questi campi che ancora vengono tollerati mentre gli occupanti stanno ammazzando loro stessi e tutti gli altri con i loro veleni. Fermare questa strage è una priorità. Serve un sistema di prevenzione attraverso l’uso della videosorveglianza e dei droni e la chiusura definitiva degli accampamenti» ha dichiarato Borrelli.
CAMALDOLI E PIANURA. Intanto tiene ancora banco l’incendio che qualche giorno fa ha mandato in fumo ettari di bosco mediterraneo sulla collina dei Camaldoli. Dopo quella devastazione, in autunno, con le piogge, il rischio idrogeologico per i quartieri di Soccavo e Pianura a causa dell'incenerimento della vegetazione sovrastante è pressante. I roghi tossici nella zona tra Napoli e Caserta preoccupano residenti ma in genere tutti i napoletani che vivono con l’incubo di uno smottamento dei Camaldoli.
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Attualmente i focolai sono ancora vivi sotto la coltre di cenere che ha ricoperto la collina. Francesco Pascale di Legambiente ha ricordato che «un incendio se non si spegne entro le due ore rischia di diventare una cosa enorme come successo sui Camaldoli. Ci sono dei ritardi troppo grandi e bisogna necessariamente agire sulla prevenzione».
Veri disastri, e non solo per gli
ambientalisti. «Stiamo parlando di reati - ha ricordato Michela Massi, avvocato - Ho la sensazione che molti dimenticano questo lato della situazione e ne ho chiara la sensazione quando vengono da me e dicono «in fondo cosa ho fatto di male». È come se faticassero a rendersi conto dei danni causati».
Ne sono invece più che convinti gli inquirenti che vanno avanti con l’inchiesta che vede al centro delle indagini i piromani dei Camaldoli appunto.
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Gli inquirenti hanno usato il satellite e hanno scoperto il primo punto di innesco identificando e circoscrivendo la zona dove sono scaturite le fiamme che hanno generato il disastro del rogo dei Camaldoli. Inoltre è stato visto che per innescare l’incendio qualcuno, probabilmente esperto, ha dovuto arrampicarsi e poi penetrare nel fitto della boscaglia. E sarebbe questa la prova inconfutabile che si è trattato di un incendio doloso. Probabilmente hanno atteso le condizioni meteo “più favorevoli” ai loro piani criminali e poi hanno dato il via al piano malvagio
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