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Camorra

Rapito e preso a bastonate, catturati altri cinque aguzzini

Dodici indagati, ma è ancora caccia al ras Nicola Rullo e al suo fedelissimo

Rapito e preso a bastonate, catturati altri cinque aguzzini

_ L’indagine è stata condotta dai poliziotti della Squadra mobile; nel riquadro il boss latitante Nicola Rullo, alias “’o nfamone”

NAPOLI. «Ma hai capito con chi hai il problema? Con Nicola Rullo. Dove stanno i soldi miei? Tu non arrivi a stasera». E subito il 26enne piccolo imprenditore del Vomero subì la prima martellata. Poi continue percosse con una mazza da baseball alternate a pause fino a colpire la vittima con un sasso, riducendolo pesto e sanguinante, semincosciente su un balconcino dell’abitazione.

Un incubo cominciato nel primo pomeriggio del 28 settembre scorso e durato circa 12 ore, a causa di un debito di 365mila euro contratto dal giovane con Marcello Madonna, suo socio nella compravendita di auto usate, fidanzato con la nipote (che nulla c’entra) del ras “o’ nfamone”, oggi latitante proprio per quest’inchiesta che ha come indagati a vario titolo per concorso in sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni personali ben 12 persone: il boss originario delle Case Nuove, 54enne luogotenente del clan Contini; Ciro Carrino, 32enne; Armando Reginella (suocero di Madonna), 52 anni; Carlo Di Maio “’o nano”, 36enne; Giovanni Giuliani, 25enne; Marcello Madonna, 26enne; Maria Rullo (sorella di Nicola nonché suocera di Madonna), 48enne; Immacolata Reginella, 26enne; Salvatore Pisco, 57 anni; Antonio Cappella; Assunta Giuliani; Gabriele Esposito.

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Di essi 11 sono in carcere o agli arresti in casa (tra cui le 3 donne) e 2 irreperibili. La terribile vicenda è stata chiarita in tempi rapidi, con l’identificazione dei partecipanti al sequestro e di coloro che materialmente picchiarono la vittima, dai poliziotti della sezione “Criminalità organizzata” della Squadra mobile della questura (dirigente Giovanni Leuci, vice questore Giuseppe Sasso), coordinati dalla procura antimafia.

La denuncia del padre del 26enne sequestrato dopo un appuntamento trappola con Marcello Madonna ha permesso con un blitz immediato agli investigatori il luogo del pestaggio: un appartamento in via Nuova del Campo nella disponibilità di Assunta Giuliani, madre di Carlo Di Maio.

Entrambi non hanno partecipato all’aggressione, compiuta quasi da solo da Rullo secondo la ricostruzione degli inquirenti (ferma restando per tutti la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva). Solo un’altra persona, giovane secondo la vittima, avrebbe dato una mano.

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All’arrivo della polizia non c’era più nessuno, ma gli investigatori della “C.O.” hanno identificato e interrogato una vicina di casa, che ha riferito particolari importanti. Conosceva alcuni dei partecipanti al sequestro, preceduto da un altro rapimento di altri giovani, visti uscire poco prima dallo stesso appartamento lividi e sanguinanti. Un fatto collegato all’altro, su cui sono in corso accertamenti.

Nella vicenda Carrino, Reginella e Cappello avrebbero avuto il ruolo di vedette; Di Maio avrebbe ordinato alla madre di ripulire la stanza; fece da staffetta alla Panda su cui viaggiava il 26enne dopo il pestaggio; Maria Rullo lo avrebbe tenuto in ostaggio a Castel Volturno prima del trasporto all’ospedale “Fatebenefratelli”.

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