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11 Aprile 2025 - 14:23
MESSINA. Qui c’è in gioco la Storia della Sicilia e del Sud. E la bellezza della Zona della falce affacciata sullo Stretto da recuperare, un territorio violentato per decenni dalla classe politica. Ci sarebbero anche i soldi, almeno per restaurare i bastioni di Santo Stefano e San Diego che hanno resistito agli assedi e agli insulti dei governanti. Ma tutto rischia di arenarsi in una bonifica dai tempi indefiniti, di affondare nel pozzo di San Patrizio di caratterizzazioni dei rifiuti, studi e progetti di fattibilità. Una nuova Bagnoli, monumento all’inconcludenza politica, (inizio bonifica: 1997) con il rumore di fondo di un dibattito su soil washing, insufflazione di aria nel terreno, immissione di batteri per il risanamento biologico. Intanto la Real Cittadella è “zona rossa”, da due anni. Vietata al pubblico. Per uscire dalla spirale paralizzante, il 15 marzo le associazioni culturali e identitarie (Amici del Museo-Franz Riccobono, Vento dello Stretto, Istituto dei Castelli, AURA ed altre) hanno chiamato a raccolta nella chiesa di San Giovanni di Malta istituzioni (il direttore generale del MiC Andrea De Pasquale, il Commissario per il restauro della fortezza, Mirella Vinci), studiosi, giornalisti e appassionati di Storia. Sono il Paese reale, protagonisti di una esperienza civica straordinaria.
Hanno trascinato un Paese legale indifferente fino a imporre nell’agenda politica il recupero della fortezza realizzata nel ’600 dall’ingegnere militare Carlos de Grünenbergh su incarico del vicerè delle Spagne Claude Lamoral de Ligne e della Zona falcata, lo scenario del mito del gigante Orione. A ottobre 2023 un appello di 30 personalità della cultura, docenti universitari ed esponenti dell’associazionismo promosso dalla Fondazione il Giglio ha chiesto al ministro dei Beni culturali e al presidente della Regione Siciliana che il recupero della Real Cittadella, non si interrompa e la bonifica proceda per gradi.
«Qui c’è uno scrigno di cultura, di arte, di tecnica militare, di Storia, ma anche di miti e leggende. Dalla Cittadella è passata l’intera storia europea - ha detto il professor Luigi Montalbano, presidente degli Amici del Museo - chiediamo alle istituzioni più attenzione e più finanziamenti». «C’è il tema dei Borbone e di una storia mistificata - ha aggiunto il presidente di Vento dello Stretto, Piero Adamo - di una politica che ha fatto scelte inaccettabili. Abbiamo cominciato portando qui i messinesi, che non conoscevano la Zona falcata anche se siamo a 5 minuti dal centro. Capiamo la necessità di recintare l’area da bonificare, ma il distacco dalla città è quello che ha determinato il declino della zona, e dobbiamo evitare che accada di nuovo. Chiediamo che la bonifica proceda per porzioni, aprendo contemporaneamente alla fruizione dei cittadini. Così si potranno fare i conti con le risorse, che potrebbero non bastare mai».
Il prof. Marco Grassi, dell’Università Lumsa di Palermo, ha ripercorso la biografia di Carlos de Grünenberg. «La fortezza fu il suo capolavoro, realizzato in sei anni. Sulla sua lapide è scritto che in vita fu “morte per i nemici e anima per la virtù”, la sua morte “allegrezza per gli Angeli». Ma recuperare la Real Cittadella sarà più difficile che costruirla.
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