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Il confuso mondo dei social e quei tik napoletani

Opinionista: 

È il mondo dei social, del web, delle ore trascorse, come un cane fedele, accanto al proprio telefonino. Una nuova religione che investe, soprattutto, i giovani e che sembra segnare un’inedita frontiera. Studiata dai massmediologi, analizzata dagli psicanalisti, dibattuta nel mondo medico. Ma basta scegliere una qualsiasi piattaforma, noi lo abbiamo fatto con Tik Tok , per renderti conto della presenza ammaliante e brulicante che vede sul proscenio Napoli e, conseguenzialmente, i napoletani. Spazi invasivi che si aggirano intorno al 50% dell’ intera offerta. Come mai? Perché? Non credo che, nella nostra città, l’uso delle tecnologie e la sua pratica quotidiana siano diversi da altre realtà metropolitane del Paese , anzi. Ma, al di là della semplicità legata all’ inserimento di qualsiasi video, c’è sicuramente la voglia di sfruttare questo momento storico che vede Napoli sotto i riflettori internazionali, pubblicizzandone tutte le sue sfaccettature. I monumenti storici, le sue tradizioni culturali ma anche l’enogastronomia, ristoranti, pizzerie, pasticcerie che chiedono spazio proponendo i loro fantasmagorici prodotti, a basso costo. Ma non basta. La sonda dell’approfondimento critico merita ulteriori analisi e val la pena far emergerequalche ulteriore spiegazione. Diciamolo francamente, Napoli non ha più una vera vocazione industriale, il tempo non ha ritmi esasperati, ci sonomagari più ore per dedicarsi al web. Ecco, quindi, sui social emergere altre considerazioni assortite su vecchie e nuove leggende partenopee, sul calcio Napoli, sull’ icona maradoniana, su quello che la città offre disordinatamente nella sua affabulazione quotidiana. Il fatto che questo megafono non costi nulla e sia disponibile per tutti rappresenta, indiscutibilmente, un ulteriore incentivo. Poi, ovviamente, le distorsioni non mancano. Soggetti urlanti e anonimi provano a farsi spazio. Sparando ad alzo zero su quel che capita, provando a farsi un po' di pubblicità gratuita, mentre altri sconfinano in battute più o meno salaci, magari accompagnati da una dolce fanciulla di complemento. Sulla piattaforma del Nord produttivo ed operaio, invece, si parla poco. Ancora meno di città come Firenze, Bologna, Ancona. Molte realtà scelgono il velo del silenzio. Napoli no, Napoli offre al mondo la sua sfolgorante bellezza, la sua storia, i suoi presepi con la solida speranza di averne un qualsiasi ritorno. E la città, nel frattempo, danza quotidianamente tra i suoi problemi, offrendo la maschera di una felicità troppo spesso apparente.