Lo sgoverno di De Luca è arrivato al capolinea
Il ministro Raffaele Fitto, da meridionale autentico, sta facendo un grande lavoro per il Mezzogiorno. La sua opera guarda alla costruzione di una prospettiva concreta, fondata su azioni altrettanto concrete e non su enunciazioni astratte come i suoi predecessori. Il decreto-legge, appena approvato dal Consigli dei ministri, costituisce un ulteriore e importante segnale che si aggiunge a quelli già dati concretamente per il Sud. E ringrazio anche il Ministro Gennaro Sangiuliano per lo stanziamento a favore della cultura nel Mezzogiorno. In particolare ho apprezzato il “Progetto cultura periferie” perché, come giustamente ricorda Sangiuliano, la consuetudine con la bellezza e la creatività migliora notevolmente la qualità della vita degli abitanti e non deve essere pertanto una prerogativa delle “ztl”. Nella vicenda dei fondi alla Regione Campania esiste chi ha chiaramente torto, il presidente Vincenzo De Luca, e chi ha palesemente ragione, il ministro Raffaele Fitto. Com’è noto, la Regione Campania, nella persona di De Luca, è stata incapace di spendere gran parte delle risorse messe a sua disposizione. Dei fondi Fsc 20142024, come risulta dall’ultimo report della Ragioneria Generale dello Stato sul Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, è stato speso solo il 37% del totale delle risorse destinate alla Campania: 3,5 miliardi sui 9,3 complessivi. Il governo Meloni ha siglato una serie di patti con Regioni anche governate dal centrosinistra concertando con le stesse programmi operativi per i fondi europei e nazionali. È una strada efficace che consente di definire obiettivi precisi e non sprecare fondi a pioggia da erogare in sagre e “fiere del caciocavallo”. Inoltre il Ministero della Cultura ha dimostrato fattivamente come possano essere spese le risorse con efficacia ed efficienza: il Parco della Floridiana è stato rigenerato in pochi mesi, mentre ha preso il via il cantiere del Real Albergo dei Poveri di Palazzo Fuga, destinato a divenire la più grande infrastruttura culturale d’Europa. Un anno fa in pochi mesi è stato aperto a Palazzo Reale il Museo Caruso. Decine sono poi gli interventi in corso in Campania. Tra questi: l’ex stabilimento Cirio a Paestum dove verrà allestito il Museo del Santuario di Santa Venera; la villa Favorita a Ercolano; il restauro della villa romana di Positano, così come di chiese storiche come Santa Maria a Piazza di Forcella e Donnaregina Vecchia; il recupero del Complesso dei Girolamini; la realizzazione di un teatro con spazi multimediali per i Giovani a Caivano; l’acquisto dell’edificio del Monte della Pietà; il grande intervento per Capodimonte, con 40 milioni di euro; la riapertura della sezione “Campania romana” al Museo Archeologico Nazionale di Napoli; la riqualificazione del Teatro Politeama di San Cipriano Picentino e dell’ex Spolettificio di Torre Annunziata, che ospiterà i servizi di accoglienza e una sezione espositiva dell’area archeologica di Oplontis. Nel mentre, i cittadini campani sono obbligati alla migrazione sanitaria perché, nonostante una qualificata classe medica e paramedica presente nella regione, il diritto alla salute è negato da una gestione fallimentare. Così come è loro negato il diritto alla mobilità, compromesso dallo stato disastroso in cui versano le infrastrutture di trasporto pubblico: una su tutte, la Circumvesuviana. Non credo serva aggiungere altro per dimostrare quanto lo sgoverno di De Luca, più impegnato a far propaganda con soldi pubblici che a risolvere i problemi dei campani, sia arrivato capolinea.