«Il 24 dicembre quasi tutta l'Italia sarà arancione o rossa». La sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, intervistata a "Tagadà" su La7 questo pomeriggio, ha confermato che in quasi tutte le Regioni (anche quelle al momento gialle) ci saranno misure restrittive più dure. Non ha però specificato da quando inizieranno e quando finiranno ma sicuramente verranno varate. Il Cts si sta riunendo ancora in queste ore per definire la proposta per la nuova stretta di Natale che verrà sottoposta all'esecutivo.

«Dobbiamo fare in modo che scenda la curva dei contagi - ha continuato Zampa- e per fare questo bisogna stringere di più. I lavori del Cts sono iniziati ieri. I tecnici devono consegnare al Governo uno strumento il più possibile utile per correre più forte del virus e prevenire».

Il Cts sta per decidere

Il Comitato tecnico scientifico non ha dubbi: servono maggiori restrizioni per il Natale. La riunione degli esperti con i capidelegazione del governo ha visto imprimere una linea netta, nella direzione di un lockdown o comunque di misure rigorose in vista delle feste. Come riporta Fanpage.it, l’esecutivo è tutt’altro che deciso e la linea della massima prudenza potrebbe essere seguita solo in parte. Il Cts, dal canto suo, è stato chiaro: eventuali errori in queste settimane verrebbero pagati a caro prezzo a gennaio, quando ripartiranno la scuola e tutte le attività lavorative. Eppure nel governo resta la divisione.

Da una parte ci sono i rigoristi come il ministro della Salute, Roberto Speranza, quello degli Affari regionali, Francesco Boccia, e il ministro della Cultura, Dario Franceschini. Per loro l’obiettivo minimo è una zona rossa nazionale almeno nel weekend, nei festivi e nei prefestivi. Se non, addirittura, un lockdown duro per tutto il Paese.

Altra ipotesi, su cui le divisioni sembrano minori, è quella di anticipare il coprifuoco. Non più alle 22, ma magari già dalle 18 o dalle 20, per impedire cene, cenoni, veglioni e feste di vario genere.

Ma, come detto, nel governo l’accordo è tutt’altro che unanime. Dalla parte opposta ai rigoristi, invece, si schierano sia il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che la componente di Italia Viva, rappresentata da Teresa Bellanova, contrari a una stretta troppo stringente.

Così si pensa anche a una zona arancione nazionale, che permetterebbe di lasciare aperti i negozi e garantirebbe più libertà di movimento, chiudendo di fatto solo bar e ristoranti.

Tutta l’Italia in zona rossa, l’ipotesi per Natale

La prima ipotesi, quindi, è quella di rendere tutta l’Italia zona rossa durante i giorni festivi e prefestivi: varrebbe a dire il 24-25-2 dicembre, il 31 dicembre e l’1 gennaio e poi il 5-6 gennaio. Sarebbe, di fatto, un quasi lockdown, con il ritorno dell’autocertificazione per giustificare ogni spostamento.

Ma non tutti nel governo sono convinti di seguire questa linea, che comporterebbe anche un dispendio economico non di poco conto, con la necessità di mettere in campo nuovi ristori. Potrebbe, però, essere la migliore soluzione contro la paura di nuovi assembramenti dovuti allo shopping, come quelli registrati lo scorso weekend. La decisione, in ogni caso, dovrebbe arrivare entro meno di 48 ore.

 

L’ipotesi zona arancione nazionale: negozi aperti e bar chiusi

La seconda (al netto di qualche sfumatura) ipotesi è quella di una zona arancione nazionale. La differenza principale starebbe nel fatto che i negozi resterebbero aperti, mentre a chiudere sarebbero bar e ristoranti.
 

Anche in questo caso si dovrebbe anticipare il coprifuoco alle 18 o alle 22. “Stiamo ragionando sulle due settimane delle vacanze di Natale, spero che in tempi brevi si possano prendere ulteriore misure per scongiurare un’ipotetica terza ondata”, afferma il ministro Speranza, non sbilanciandosi sulle conclusioni dei vertici di ieri.

Rimane, peraltro, un altro nodo da sciogliere, quello dello spostamento tra piccoli comuni: in questo caso la partita si gioca in Parlamento, ma di certo non si potrà svolgere senza un occhio di riguardo a ciò che si deciderà a Palazzo Chigi per il resto d’Italia.

Le date e le misure

L’Italia intera potrebbe fermarsi dal 24 dicembre al 6 gennaio, seguendo le regole della fascia arancione, o quelle della fascia rossa. Oppure le chiusure scatteranno solo nei giorni festivi e prefestivi e dunque 24-25-26-27-31 dicembre e 1-3-6 gennaio, come suggerito da Dario Franceschini. Ai sensi dell’ultimo Dpcm il coprifuoco in vigore è alle 22.
 

E a quanto sostiene il ministro Boccia «il governo non ha mai discusso di anticiparlo alle 20». Sarà un nuovo Dpcm a introdurre la stretta in vista delle festività natalizie. Ma il decreto del presidente del Consiglio non sarà sufficiente, andrà accompagnato da un nuovo decreto legge sulla limitazione delle libertà personali, o anche soltanto da un emendamento all’ultimo decreto legge del 3 dicembre.

La ripartenza

La soglia per pensare alla ripartenza, ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, è tra 5.000 e i 10.000 nuovi contagi al giorno. L’altro dato da tenere d’occhio (come ha sottolineato anche Franco Locatelli) è l’indice Rt: a maggio dopo il lockdown l’Italia era scesa a 0,5, ma avevamo l’estate davanti, ora invece siamo a 0,8 e ci troviamo in pieno inverno. Fino a quando tutte le regioni non saranno sotto la soglia dello 0,5 «è indispensabile tenere la guardia altissima e impedire allentamenti in quei luoghi dove le persone abbassano la mascherina».