Si è svolta in videoconferenza la riunione dell'Osservatorio Permanente sugli utilizzi idrici dell'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Meridionale. Nel corso dell’incontro si è discusso di programmazione e di pianificazione delle azioni da adottare nei prossimi mesi e nel lungo periodo per affrontare il tema della ridotta piovosità con i rischi conseguenti di carenza di risorsa idrica nel periodo estivo.

La crisi dovuta all'emergenza sanitaria in atto sta avendo delle ripercussioni molto serie sul consumo idrico domestico, significativamente maggiore rispetto ai dati storici di questo stesso periodo. Un dato che non può essere sottovalutato in vista dell’approssimarsi dei mesi estivi che fanno temere possibili carenze di risorse idrica, inaccettabili anche in relazione alle attuali condizioni emergenziali. L’Ente Idrico Campano, rappresentato nella riunione dal presidente Luca Mascolo (nella foto) e dal Direttore Generale Vincenzo Belgiorno, ha individuato nella lotta agli sprechi, nella realizzazione di interconnessioni tra le reti idriche delle regioni del Centro Sud e in nuovi interventi strutturali rivolti a ridurre le perdite, le soluzioni più efficaci per affrontare al meglio le attuali criticità.

«La scarsità di precipitazioni piovose e nevose degli scorsi mesi potrebbe acutizzare possibili scenari di carenza idrica in Campania nel corso della prossima estate» dice il Direttore Generale dell’Ente Vincenzo Belgiorno. «L’emergenza sanitaria in atto avrà certamente delle ripercussioni molto serie da questo punto di vista. Penso, ad esempio, alle grandi città che non si svuoteranno nel periodo estivo, come accade di solito. La sfida da vincere è quella di adottare comportamenti virtuosi per ridurre al minimo ogni spreco del bene più prezioso».

«Per far fronte all'eventuale emergenza - rimarca il Presidente Luca Mascolo - l’Eic ha già chiesto ai gestori di attivarsi per preparare un piano dell’emergenza che preveda un programma di intervento, un aumento delle ore di funzionamento di risorse idriche alternative, come per esempio a quelle legate ai campi pozzi, un potenziamento delle attività di vigilanza e controllo territoriale per evitare usi impropri della risorsa, un potenziamento sul controllo dei livelli di falda e sulla qualità dell’acqua di falda. Un’organizzazione, infine, più puntuale della ricerca perdita e di interventi rispetto alle perdite sulle reti».