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LE RADICI DEL SUD

La grande Storia dei Gerolamini

Spiritualità e Cultura. La Congregazione dell’Oratorio frequentata da Giambattista Vico e Sant’Alfonso

La grande Storia dei Gerolamini

Napoli ha avuto una importanza fondamentale nello sviluppo della Congregazione dell’Oratorio. San Filippo Neri era uno spirito alieno da regole troppo stringenti e riteneva che l’originale esperienza di vita cristiana iniziata a Roma nel 1564, prima in San Gerolamo alla Carità (a Napoli, i religiosi oratoriani sono noti con il nome di Gerolamini) e poi a San Giovanni dei Fiorentini, non dovesse essere esportata altrove. Nella mente del santo c’era non un ordine religioso ma «una comunità autonoma di sacerdoti secolari senza obbligo di voti, se non la reciproca “libertà nella carità”». Furono i suoi primi discepoli a convincerlo - mai del tutto pienamente - della necessità di dotarsi di costituzioni, per quanto più agili possibili, e di dare risposta a quanti, affascinati dal suo carisma e dalla fama di buona vita e di dottrina dei suoi preti, chiedevano la creazione di un oratorio nella propria città. Si può quindi affermare che la fondazione di Napoli, figlia primogenita della Congregazione di Roma, fu frutto più di volontà di popolo che di San Filippo. Nel clima di fervore religioso che caratterizzava la capitale vicereale nella prima metà del ’500 furono l’Arcivescovo Mons. Annibale di Capua e gli Ordini e le Congregazioni della Riforma cattolica, Gesuiti e Teatini in testa, che giocarono un ruolo importante in tal senso. Fu Francesco Tarugi, tra i primi compagni di San Filippo, successivamente Arcivescovo di Avignone e poi Cardinale, che si adoperò personalmente per la fondazione dell’Oratorio, a ciò richiesto dai napoletani, entusiasti della sua predicazione, Anche Cesare Baronio, il grande storico degli Annales ecclesiastici e anche lui futuro Cardinale, come inviato del Papa si impegnò alacremente per vincere le perplessità e le resistenze di San Filippo. La società civile del tempo si mobilitò per dotare di una sede adeguata la nascente Congregazione. Nobili e maggiorenti della città, insieme all’Arcivescovo, raccolsero con donazioni la somma di 5.500 ducati ed il 29 ottobre 1585 fu acquistato, di fronte al Duomo di Napoli, Palazzo Seripando, il nucleo dell’imponente complesso dei Gerolamini. La presenza oratoriana a Napoli divenne stabile, a partire dal 1586, per decreto della Congregazione. La notevole quantità di risorse economiche che pervenivano da molti benefattori permise l’edificazione della Chiesa monumentale e, progressivamente, delle grandi opere ad essa annesse quali la preziosa Quadreria, i prestigiosi, archivi, storico e musicale, e soprattutto l’importantissima Biblioteca, prima ad essere aperta al pubblico fra quelle napoletane e, per il suo ricco patrimonio, frequentata da intellettuali laici come Giambattista Vico. Proprio il filosofo nel 1727 consigliò ai Padri dell’Oratorio di acquistare da Giuseppe Valletta, bibliofilo napoletano, la sua ricca collezione, che accrebbe notevolmente il patrimonio librario degli oratoriani di Napoli. Un altro frequentatore illustre dei Gerolamini fu Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, che fin dall’infanzia fu guidato spiritualmente dai padri dell’Oratorio, come iscritto prima alla Congregazione dei Nobili di San Giuseppe poi a quella dei Dottori della Visitazione. Durante tutta la sua gioventù il Santo ebbe come direttore spirituale Padre Tommaso Pagano, oratoriano e suo parente, che lo dissuase da entrare in Congregazione, intuendone la sua peculiare missione.

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