Tabula Rasa è un'installazione site specific dell'artista Francesco Ciotola, a cura di Raffaele Loffredo, composta da una serie di 28 fotografie. L'iniziativa è patrocinata dal Comune di Napoli e si terrà presso il Maschio Angioino di Napoli all'interno delle Sale Vesevi. Durante l'inaugurazione sarà possibile visitare gratuitamente i suggestivi sotterranei archeologici del Castello.

Le immagini dell'installazione ritraggono i siti archeologici di Pompei, Ercolano e Oplontis, ad oggi icone della cultura passata, il cui ritrovamento avvenne per caso a partire dai primissimi anni del 1700, epoca di gradi scoperte, secolo dei cambiamenti economici, politici e sociali.

L'installazione sui generis è concepita come una ground installationche crea un gioco di corrispondenze tra le fotografie realizzate con macchine obsolete a pellicola di medio formato e il pavimento in vetro temperato del Castello che mostra i reperti archeologici sotterranei.

Una parte di rilievo nell'esposizione è data anche al Vesuvio, quale Creator/Sterminator, fattoreche ha distrutto questi luoghi, congelandoli in un dato tempo, ma che in egual misura è stato il mezzo che gli ha permesso di elevarsi a simbolo di un possibile rinascimento culturale contemporaneo.

Quella del 79 D. C. può essere considerata una distruzione per il passato ed un'opportunità per il presente, in particolare per l'importanza della conoscenza della storia e per il suo utilizzo oggi. Ciò che rende veramente importante un sito archeologico, oltre alla sconfinata mole di materiale antico rinvenuto e al fascino romantico di aggirarsi tra le rovine, è il suo valore potenziale che si esplica nell’opportunità per noi di poter studiare, comprendere e rileggere una società ai nostri occhi lontana, fatta di arte, religione, lingua, opere letterarie e modelli espressivi che possono ancora oggi nel loro piccolo ritrovarsi.

La mostra dell'artista napoletano Francesco Ciotola, con una serie di immagini in bianco e nero realizzate in pellicola medio formato, pone la questione del ruolo fondamentale che la storia e i fatti del passato hanno oggi come vettori culturali contemporanei. I suoi scatti s'inseriscono con una grande installazione nel suggestivo scenario archeologico delle sale Vesevi del Maschio Angioino, testimoni illustri di stratificazioni storiche e antropologiche. Attraverso le sue opere, l'artista esorta ad interrogarsi sulla funzione sociale dell'Arte e dei suoi reperti in epoca contemporanea, posta come forte punto di riferimento per riaffermare l'essenza della natura umana; nei secoli, il ricordo e l’importanza di civiltà passate sono modelli portatori di infiniti mondi dai quali poter attingere idee e suggerimenti da applicare al presente.

“Il Titolo scelto per la Mostra - sostiene Ciotola - allude all'azzeramento di una data situazione, un “locus” dal quale è possibile ripartire, ovvero alla totale potenzialità di acquisizione da parte di esso di qualsiasi messaggio. Sono fermamente convinto – continua – che l'incontro con la Storia può generare nuovi frutti. Nel caso di Tabula Rasa, l'incontro tra me e questi luoghi fisici ha determinato un immaginario nuovo qui riportato attraverso il mezzo fotografico. Il numero delle immagini non è casuale, l'ho scelto poiché, simbolicamente, ogni 28 anni il calendario ritorna ciclicamente ad essere uguale ed è al tempo stesso il numero di vertebre che compongono la spina dorsale nell'uomo.