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Universiadi: in gara anche la politica ridicoleggiante

Opinionista: 

Sì, c’è stata e c’è anche lei. La politica politicistica refrattaria e impermeabile al ridicolo. Questa politica, almeno in parte, ha creato l’evento, ma in qualche modo lo ha anche un po’ sporcato e chi sa se, dal San Paolo della sera del tre luglio, ha finalmente imparato quello che doveva: un veloce cambiamento, via il populismo e in campo tutta la razionalità ed efficienza realizzatrice necessarie. Saranno solo i fischi a de Magistris e a De Luca il punto di caduta su cui si continuerà a ragionare condannandoli, o il fatto che tutt’intorno allo stadio (trasformato in una favola dalla “magia olimpionica” di Marco Balich) la città ha continuato a girare imperterrita secondo le sue “sgarrupate” modalità, confermando di essere sempre, irreversibilmente, “nelle mani di chi se la piglia?” *** FALSA PARTENZA. Poche ore prima degli “esami”, si sarebbe immaginato il Sindaco tutto impegnato a verificare l’organizzazione che stava per scattare. Invece se ne sta al largo della rotonda Diaz in mezzo a sessanta barchette che arrivano a palazzo Donn’Anna e allegramente tornano indietro. Sta celebrando la “giornata del rifugiato” mentre in tutta la zona mare e città bassa, il traffico impazzisce con i clacson che urlano per ore. Completamente sbagliato il nuovo dispositivo di traffico. Colpa di chi? Palazzo San Giacomo non ha dubbi: della Questura. Ma da via Medina subito la secca messa a punto: la viabilità tocca al Sindaco (cosa si pensava, che essendosi insediato da poco, il nuovo questore Alessandro Giuliano non ci avrebbe fatto caso o non avrebbe reagito?). *** NO CONFERENZA STAMPA. Si tratta di presentare ufficialmente il programma delle Universiadi e de Magistris diserta l’incontro. Non si scusa, ma protesta: «Sono stato censurato! ». Niente di niente, ribatte subito il russo Oleg Matytsin che presiede la Federazione internazionale degli sport universitari (Fisu). È stato “regolarmente invitato secondo il protocollo”. Il posto riservato a Luigi de Magistris “mayor of Naples”, resta vuoto. Un’assenza degna di miglior causa che tuttavia, visto il personaggio, non stupisce più di tanto. I lavori proseguono regolarmente ma, come nota Vittorio Del Tufo, resta la “desolante figuraccia” del Sindaco “consumata virtualmente sotto gli occhi del mondo”. *** TRA SGARBI E VANTERIE. Senza de Magistris fra i piedi, De Luca si intesta quanto più può di queste Universiadi: la serie dei Giochi, i 280 milioni trovati all’ultimo momento, la sfida vinta senza l’aiuto del Coni o del Governo perché, quando occorre, ”anche in pochi mesi, non più di dieci, sappiamo dare prova di efficienza” (non c’è purtroppo Crozza a ricordargli che chi si loda si imbroda!). La Campania, afferma ora solennemente il Governatore, è pronta per altri grandi eventi (magari in vista delle Regionali 2020 che già ritiene “cosa sua”?). In agguato c’è però de Magistris. Ha davanti agli occhi i maxi-cartelloni affissi nel centro della città con cui, sfoderando numeri a ripetizione, De Luca rivendica i meriti di sagace amministratore. “Per me (le parole del Sindaco diventano veleno) nemmeno Ceausescu avrebbe millantato tanto; ma che dittatore, mi sembrerebbe adesso un umile democratico di quartiere, tanto più che i soldi spesi non sono di De Luca, ma europei e alcune cose si potevano fare anche meglio”. *** DANNAZIONE TRAFFICO. La corsia che ha incorniciato il marciapiede del lungomare è apparsa ben curata. Ma quanto è durata la sorveglianza? Scene di ordinaria amministrazione: appena i vigili “smontano”, spunta il caos di auto e motorini con transiti e soste abusive a tutta forza. Ripetutamente ostacolato il ritorno degli atleti dal San Paolo alle navi della Msc e Costa. Specialmente Il corridoio via Acton-via Marina, davanti alla Galleria Vittoria, diventa una strettoia e le delegazioni non tardano a lamentarsi: ”Così arriviamo in ritardo alle gare”. Quanto appare comicamente goliardico il saluto del Sindaco dalla tribuna del San Paolo: ”Welcome, un abbraccio da Napoli, guagliò”. Sono soprattutto i canadesi (272 presenze) a rispondergli con un smorfia. *** CITTADINI APPIEDATI. Chi pena di più, sono gli utenti della metropolitana linea 1 che, in prospettiva, dovrebbe diventare, a Napoli, quello che il raccordo anulare è a Roma. Per ora, in terra partenopea, ogni viaggio può essere una tormentante odissea. Si sa da dove si parte, Ferrovia o Piscinola, ma non si sa quando si arriva o, meglio, a che punto ci si ferma e in quale tratto del tunnel si resta bloccati. In poco tempo sette stop improvvisi. In un sol giorno guasti cinque treni con l’intero sistema dei codici di binario che va in tilt. Succede che uno scambio non funzioni e allora, se non c’è un macchinista pronto di nervi e presente di spirito che evita il deragliamento, scoppia la tragedia. Per il Comune è solo colpa di una “manina criminale” (di qualche extraterrestre?) esperta in sabotaggi. I Sindacati si limitano a far notare che il collasso tecnologico è diretta conseguenza di impianti vecchi e usurati, controlli carenti, gestione improvvisata e non professionale. *** SAN PAOLO E NON. Allo stadio sembra di vivere su un altro pianeta con il futuro a portata di mano. Fuori c’è il pianeta terra che condanna all’immobilismo. Metrò, bus, funicolari, Vesuviana, Cumana, ingorghi stradali a croce uncinata: a chi lo andiamo a raccontare che una “vita migliore” è possibile, ma che la luce del San Paolo e il buio della Città restano due poli opposti?