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Quella discriminazione sul diritto alla salute

Opinionista: 

Era fin troppo facile, la cronaca regionale di questi ultimi giorni ha confermato - e siamo soltanto agli inizi - quanto da noi evidenziato in vari interventi: 16 milioni di euro di danno erariale per incarichi e prebende distribuite a primari e dirigenti immeritevoli, con un chiaro abuso di potere esercitato da direttori generali, tirapiedi compiacenti di una classe politica corrotta nell'anima. Non ce ne voglia la Guardia di Finanza, ma è stata la scoperta del segreto di Pulcinella. Soltanto chi non ha voluto vedere ed agire in questi anni, poteva affermare di non sapere. Alla scellerata conduzione aziendale di costoro (innocenti fino ad eventuale condanna definitiva), con sprechi di spesa e contratti sospetti, bandi di gara ad personam o a gruppi imprenditoriali di dubbia provenienza, - chi gestisce il business delle autoambulanze? - si aggiunge la sistematica gratificazione economica e carrieristica a pseudoprofessionisti, il cui unico merito era ed è la gestione territoriale di un pacchetto elettorale. Quello che più ci preoccupa e ci disturba, francamente, è la convinzione, evidenziata dai passi sbilenchi dei nuovi commissari straordinari, nominati dall'ineffabile De Luca, che si rischia di assistere ad una ennesima, traumatica ed irrazionale amputazione del sistema sanitario campano, poiché - siamo stati testimoni - questi professionisti non hanno alcuna contezza della materia di cui sproloquiano a vanvera: si riempiono la bocca di tagli su strutture improduttive e di spending review, sbandierano i loro master in management e rischiano di causare ulteriori danni e discriminazioni, peggio del malnato governo Monti. In particolare, costoro non dedicano alcuna attenzione all'importanza del rapporto densità di popolazione/strutture sanitarie, fondando il loro assunto sulla facilità a raggiungere quelle che sopravviveranno con una interconnessione di comunicazione e trasporto - e torniamo all'oscuro dilemma della gestione della flotta ambulanziera - che risolverà qualsiasi intoppo o evento emergenziale. Questa regola riorganizzativa però sembra valere soltanto per i pazienti di provincia, una specie di cittadini di serie B, perché se andiamo ad analizzare, in breve, la presenza di strutture ospedaliere e altro nell'area metropolitana in confronto all'area esterna salta agli occhi un dato impressionante. La città di Napoli, un bacino di utenza approssimativamente di 1.200.000 abitanti, ha una garanzia assistenziale impressionante, e fra le prime d'Italia: Cardarelli, Monaldi e Cotugno, San Paolo, Loreto Mare, San Gennaro e Ascalesi, San Giovanni Bosco, Vecchio Pellegrini, Policlinici Universitari, gli ospedali religiosi Fatebenefratelli ed Evangelico, a cui si aggiungono una pletora di cliniche private e convenzionate, senza dimenticare l'apertura della cattedrale nel deserto, l'Ospedale del Mare, già oggetto di concupiscenza dei docenti universitari, o di pseudoprimari in attesa di ulteriori gratificazioni. A parte l'ospedale di Pozzuoli, dove risulta evidente la scellerata discriminazione assistenziale è nel bacino circumvesuviano, con un'utenza di oltre 1.300.000 abitanti, oggetto e bersaglio della politica amputativa dei vertici regionali della sanità e dei suoi emissari. Un ospedale a Nola, uno a Castellamare di Stabia, mezzi ospedali fra Vico Equense e Torre del Greco, che si vuole chiudere in fretta, e l'ospedale di Boscotrecase che sembra godere di "meriti politici territoriali" di cui il Governatore De Luca "doveva" ineludibilmente tener conto. Per inciso, è notizia recentissima che in questa area territoriale, i vertici Asl hanno sospeso il servizio di ambulanze private, per il sospetto di gravi infiltrazioni camorristiche… si attendono sviluppi, come si usa dire in gergo giornalistico. E i pazienti, e le emergenze di pronto intervento, e le persone in immediato pericolo di vita, in tutto questo deserto assistenziale, a quale destino andranno incontro? Niente paura, mettetevi in auto, sfidate la caotica viabilità e correte all'ospedale più vicino, ma prima munitevi di una dettagliata cartina chilometrica, così la scelta sarà più razionale, e forse arriverete in tempo per salvarvi, altrimenti attendete l'arrivo dell'ambulanza di turno, che se tutto va per il meglio, non sarà mai puntuale prima di 20-25 minuti dalla chiamata. Ma c'è sempre la speranza di un intervento benevolo della Madonna. Non sono "solo canzonette", ma tristi e inconfutabili verità.