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Come diceva Eleonora: dovremo ricordare tutto

Opinionista: 

Berlusconi ha cambiato la vecchia fidanzata, immatricolata nel 1985, e ne ha presa una immatricolata nel 1990. Poi ha donato 10 milioni per questa apocalisse biblica, mentre Agnelli, quello che va al supermercato e compra arbitri e partite, ha messo a disposizione un pacco di milioni come Ferrero, quello della Nutella, e come Moratti il petroliere. Notizie finite in un anonimo pastone redazionale di questi giorni. E un costruttore editore romano ha offerto un milione e tutti i giornali del gruppo hanno fatto paginate intere. Così si è prodotto un effetto emulativo a cascata, e si riusciranno a comprare mascherine e respiratori per questa battaglia un po' fai da te contro l'epidemia, perché i medici stanno ancora lavorando con un foulard alla bocca che è bello, sì, eroico e romantico e suggestivo però inutile e buono solo per le fotografie. A Telekabul il dottor Ascierto è stato un gigante e il Pascale con lo sparatrappo sui vetri sta trovando la soluzione, e anche l'Aifa ha dato l'ok alla sperimentazione (l'Aifa è l'azienda italiana del farmaco, e senza il suo assenso i farmaci salvavita non li producono e non ve li danno). E De Magistris si porta il fotografo dietro e gira da solo nella città deserta e si fa fotografare. Un uomo solo al comando, come Fausto Coppi. Io non voto De Luca ‘o carrarmato. E non voto De Magistris ‘o delirio. Ma, così a occhio, direi che siamo Vicienz 7 - Giggino 0. E un giorno, come diceva Eleonora Pimentel Fonseca, forse gioverà ricordare tutto questo. Nel frattempo il negozietto che stava per arrendersi al supermercato adesso ha la fila sul marciapiedi e forse sopravvive altri tre mesi e al salumiere brillano gli occhi sotto la mascherina perchè vede entrare qualche soldo. E le elezioni sono state rinviate ma la campagna elettorale non è mai finita. Aveva ragione Eleonora, un giorno bisognerà ricordarsene. Bisognerà dire alla Algida Berlinguer che un cognome nella vita è molto, ma non è tutto. E a Rocco Casalino bisognerà spiegare che fare lo statista è un'altra cosa. E che lui al massimo potrebbe fare lo statale. E a Eduardo Cicelyn bisognerebbe chiedere: perché? Perché usare un tesserino bordeaux come grimaldello per poter andare a Posillipo a vedere il mare e poi spernacchiare la paura degli altri? Cicely, che adesso gioca a fare il Silvio Pellico nella sua mansarda da 150 metriquadri nel Centro storico, è un "giornalista professionista curatore di eventi culturali", recita la sua biografia. Un intellettuale in cachemire che fiuta le opportunità e sta sempre "dentro al babà", come avrebbe detto ridendo il mio indimenticabile amico Franco Landolfo. Buon per lui. Noi facevamo i cronisti anonimi e tornavamo a casa di notte e nelle narici avevamo la puzza dei morti ammazzati e quella delle discariche dove interravano i bidoni del Nord e noi lo raccontavamo e poi Saviano ci ha scritto Gomorra. E non usavamo il tesserino, perchè eravamo sempre gli stessi, il pm anticamorra e la squadra mobile e noi. E non era previsto il vernissage con prosecchino e tramezzino finale. E adesso, in queste giornate cristallizzate con il calendario che sembra segnare sempre la stessa data, la scrivania è piena di foglietti e di appunti: sono i pizzini dell'epidemia. E in questo diario kafkiano ci sono anche le bandiere sventolate inutilmente e l'inno nazionale che non è mai piaciuto a nessuno. E ci sono anche le immagini irreali dei camion militari che portano via i corpi di quelli che erano stati infilati in un'ambulanza e che non immaginavano che non avrebbero potuto dare l'ultima carezza o ricevere l'ultimo bacio dai figli. Poi, quando ad agosto ve ne andrete tutti al mare, qui in città resteremo il salumiere con gli occhi brillanti ed io. E allora mi piazzerò sul divano a vedere il nuovo campionato che comincia in anticipo o forse è il vecchio campionato che ancora deve finire, e raccoglierò tutti i pizzini accumulati in questi strani giorni. Perché sarà il caso di conservare la memoria di quel che è successo, come diceva donna Eleonora.