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I sogni e le promesse prima e dopo il voto

Opinionista: 

Partono i primi carichi di ecoballe e, invece di plaudire, c’è chi osserva che si tratta di una quota infinitesimale della montagna di monnezza cumulata in anni e anni di vandalismo istituzionale a Giugliano e dintorni. Qualcuno si era già affrettato a ipotizzare tempi biblici per lo smaltimento totale, senza nemmeno accertarsi, prima di parlare, che la successione dei trasporti programmata dalla Regione Campania, in raccordo col Governo, è giornaliera, non settimanale o mensile. Nelle ultime ore il premier Renzi, che oggi sarà di nuovo a Napoli, si è spinto addirittura a ipotizzare di liquidare la faccenda nell’arco di un solo anno. E qui, forse, passiamo da un estremo all’altro. Ben lieti se saremo smentiti, cominciamo a sospettare che, accanto al dato positivo dell’inizio di un’operazione di bonifica auspicata da tempo immemorabile e mai finora avviata, ci sia anche un pizzico di strumentalizzazione e strombazzamenti in chiave elettorale. Perché, ragazzi, questo è un periodo in cui davvero si ascolta di tutto. In pochi giorni, il sindaco Luigi de Magistris è passato dall’auspicare una precoce incontinenza a una delle massime cariche dello Stato al rassicurare una platea qualificata, come quella degli imprenditori, sulla forte collaborazione quotidianamente in atto, tra Comune e Governo, per la realizzazione della bonifica di Bagnoli. Non avendo la palla di vetro, non siamo in grado di sapere se i sondaggi favorevoli all’attuale primo cittadino si tradurranno in realtà nel chiuso dell’urna, ma, se così dovesse essere, c’è da augurarsi per il bene della città, e soprattutto delle giovani generazioni partenopee, che il vero de Magistris sia il secondo. E che, superate le schermaglie di fazione, in cabina di regia o dovunque sia, la collaborazione tecnico istituzionale indispensabile per dare impulso alla creazione delle condizioni per una nuova stagione aurea di Bagnoli e dell’area flegrea prenda il posto della contrapposizione ideologica registrata per quasi un biennio. Lo stesso non può non accadere per la città metropolitana. Pensare di governare Napoli senza tener conto di quanto succede nel territorio contiguo, da est a ovest della cinta daziaria, ma anche dai comuni del nord al porto, significa ingessare qualsiasi ipotesi di crescita territoriale. Napoli ha bisogno del contrario. Di un progetto di futuro, nel cui quadro orientare e coordinare azioni e interventi, opere pubbliche e impegno dei privati, in una logica di area vasta, perseguibile solo su scala metropolitana.