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Centri di guida sicura: opportunità per i giovani

Opinionista: 

La nostra è una Repubblica fondata sul lavoro, ma questa risorsa nel Paese è diventata piuttosto rara, soprattutto al Sud, come dimostrano anche gli ultimi dati sulla disoccupazione, particolarmente preoccupanti per i giovani (il 40%, infatti, è senza lavoro). Bene ha fatto, quindi, la Chiesa che ha mandato segnali forti al Governo nel convegno sui giovani ed il lavoro organizzato, a Napoli, dal Cardinale Crescenzio Sepe con le conferenze episcopali delle regioni meridionali. Non è possibile, infatti, assistere impotenti alla migrazione delle nostre migliori forze intellettive e produttive perché qui al Sud non c’è futuro o, comunque, è molto difficile costruirselo. Bisogna, perciò, invertire questo trend per evitare una dispersione giovanile che non danneggia solo il Mezzogiorno, ma l’intera nazione. Questo è un Paese che si mostra sempre più distratto verso i propri figli salvo accorgersene quando si registrano fatti di cronaca eclatanti che li vedono tristemente protagonisti. Così succede anche per gli incidenti stradali, un fenomeno anch’esso caratterizzato da un significativo coinvolgimento di giovani: il 20,6% dei morti ed il 33,3% dei feriti causati dai sinistri hanno meno di 30 anni. Si tratta di un problema di grande rilevanza sociale in quanto l’incidentalità stradale, al di là dell’incommensurabile dolore che arreca a chi vi resta coinvolto, ha enormi ricadute anche sul piano economico. Infatti, i 175.000 sinistri che generano, ogni anno in Italia, 3.400 morti e 246.000 feriti comportano un costo sociale di 17 miliardi e mezzo di euro, di cui poco più di mille milioni soltanto in Campania. Senza considerare gli incidenti con danni solo a cose che fanno lievitare questo importo ad oltre 23 miliardi di euro. Se, pertanto, riuscissimo a ridurre l’entità di questo fenomeno ne trarremmo giovamento non soltanto sul piano umano, ma anche su quello economico, con un risparmio che potrebbe più vantaggiosamente essere destinato ad altri scopi di pubblica utilità. Stando così le cose ci chiediamo: perché non individuare nella sicurezza stradale una conveniente opportunità di investimento capace, nel contempo, di salvare vite umane e generare lavoro? E’ stato calcolato che per ogni euro speso in questo settore se ne risparmiano 20 in termini di costi sociali: difficilmente in giro si possono trovare iniziative in grado di fruttare tanto. Il punto più debole della triade da cui dipende la sicurezza stradale, ovvero l’infrastruttura il veicolo e l’uomo, è proprio quest’ultimo come dimostrano le cause degli incidenti. Ed è quindi sui conducenti e, più in generale, sugli utenti della strada, che bisogna maggiormente concentrare l’attenzione. Allo stato, per conseguire l’abilitazione alla guida occorre superare un esame sia teorico che pratico. Per quanto, negli ultimi anni, questa verifica sia diventata più severa, resta il fatto che il neo patentato, nella maggioranza dei casi, è ancora troppo acerbo, sia sotto il profilo emotivo che tecnico, per affrontare con destrezza ed efficacia le infinite insidie che riserva la circolazione stradale. Per migliorare la fase di apprendistato dell’aspirante automobilista, recentemente, sono state introdotte importante novità, proposte dall’ACI, quali la guida accompagnata a 17 anni e le esercitazioni in autostrada e in visione notturna. Tuttavia, benché necessarie, queste novità non sono del tutto sufficienti a garantire una ottimale preparazione. Occorre di più: i corsi obbligatori di guida sicura la cui particolarità è quella di simulare, nella massima sicurezza, le principali situazioni di pericolo che si possono incontrare sulla strada, consentendo ai partecipanti di imparare a dominare le proprie reazioni e di intervenire nel modo migliore per controllare il veicolo. Guidare nella nebbia o con forte pioggia, frenare sull’asfalto bagnato, evitare un ostacolo improvviso anche ad andatura sostenuta sono condizioni che non si imparano ad affrontare nelle normali esercitazioni di scuola guida, causando, pertanto, incidenti evitabili se il conducente sapesse mettere in atto le opportune manovre. L’obbligatorietà di questi corsi, previe opportune integrazioni al codice della strada, richiederebbe la realizzazione, in ogni città-capoluogo, di appositi centri di “guida sicura” ove potrebbero trovare lavoro migliaia di giovani. Oltre a formare automobilisti più abili, tali strutture potrebbero essere rivolte anche alla informazione e sensibilizzazione degli utenti della strada, alla riqualificazione ed aggiornamento dei conducenti professionali, ai docenti e discenti delle scuole e, persino, alla preparazione di piloti sportivi. Senza considerare l’indotto generato dalla presenza di questi centri, in termini commerciali, con l’organizzazione di eventi e convegni. In questo modo la sicurezza stradale, non solo salverebbe vite umane, ma si trasformerebbe pure in una vantaggiosa opportunità sul piano occupazionale, contribuendo, nel contempo, a ridurre i costi sociali della sinistrosità e migliorare le condizioni di vita della collettività.