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Mattarellum, Porcellum, Italicum, Rosatellum…

Opinionista: 

In tutti i Paesi del mondo i parlamentari (in America anche i presidenti, i sindaci, gli sceriffi e i procuratori distrettuali) vengono eletti con le stesse leggi elettorali. Alcune da decenni, altre da secoli. Non le cambiano mai. Solo in questo capriccioso paese c’è la mania di cambiarle con una certa frequenza. Ma senza alcun motivo serio. Tant’è che Pd, Forza Italia, Lega e altre formazioni politiche hanno deciso di approvare una nuova legge elettorale, denominata Rosatellum. Contestata in modo particolare dai parlamentari grillini perché impedirebbe al loro movimento di vincere le elezioni e di governare l’Italia. Ma non si accorgono di dire una sesquipedale sciocchezza. Non esiste alcuna legge elettorale che possa impedire alla maggioranza degli elettori di votare le liste del M5S e di consentire al giovane Di Maio di andare a Palazzo Chigi. Ricordo che quando abbiamo votato col sistema maggioritario (il Mattarellum) le elezioni politiche del 1994 le vinse il Polo delle Libertà di Silvio Berlusconi col 42,84% contro il 34,34% dei Progressisti (la gioiosa macchina da guerra di Achille Occhetto, desaparecido, e di Leoluca Orlando, di nuovo sindaco di Palermo) e il 15,75 % del Patto di Mario Segni (anche lui desaparecido) e le elezioni politiche del 1996 le vinse l’Ulivo di Romano Prodi col 43,39% contro il 42,07% del Polo delle Libertà e il 10,07 % della Lega Nord (uno sciagurato e chiacchierato capriccio di Umberto Bossi determinò la vittoria del centrosinistra) e, col Mattarellum, le elezioni politiche del 2001 tornò a vincerle La Casa delle Libertà di Silvio Berlusconi col 49,56% contro il 35,08% dell’Ulivo di Francesco Rutelli. A dimostrazione che il Mattarellum non ha penalizzato nessun partito. Gli elettori sono stati liberi di votare i partiti preferiti. Quando abbiamo votato col così detto Porcellum (chissà perché la legge 270 del 21 dicembre 2005 del ministro leghista Calderoli ebbe questa spregevole definizione) le elezioni del 2006 le vinse l’Unione di Romano Prodi col 49,81% contro La Casa delle Liberta di Silvio Berlusconi col 49,74% e le elezioni del 2008 le vinse Il centrodestra di Silvio Berlusconi col 46,31% contro la coalizione di centrosinistra di Walter Veltroni col 37,52 %. Poi, con la scusa dello spread troppo alto, Berlusconi fu costretto a dimettersi il 12 novembre 2011 per lasciare Palazzo Chigi al bocconiano Mario Monti (la prima volta che un senatore a vita diventava premier), accreditato di grande competenza economica e a capo di un governo di supertecnici. Abbiamo visto come è andata a finire. Col Porcellum (dichiarato incostituzionale dalla Consulta nove anni dopo, il 4 dicembre 2015, ma lasciò in vita il Parlamento eletto con questa legge e i grillini si sono ben guardati dal proporre l’autoscioglimento di un Parlamento di “nominati”) si sono svolte le elezioni del febbraio 2013, quelle che hanno visto il loro ingresso a Montecitorio e a Palazzo Madama, e le ha vinte il centrosinistra di Pier Luigi Bersani col 29,55% contro il 29,18 del centrodestra di Silvio Berlusconi e il 25,56% del M5S (se ne ricava che il M5S non è il primo partito italiano, come sostengono Fico, Di Battista e Di Maio ). Perciò la smettano di dire sciocchezze. Piuttosto ci facciano sapere come pensano di riuscire a ridurre il debito pubblico, ad aumentare l’occupazione (in particolare quella giovanile), ad eliminare la povertà e a risolvere la questione migranti, che sono le quattro emergenze di questo disgraziato paese. E con quali uomini credibili. Come ha chiesto Eugenio Scalfari. Per inverare le regole dei due mandati parlamentari e di impedire il trasformismo (le ho proposte io nel luglio 20015 nel mio “L’assalto alla diligenza, costi e privilegi dei politici italiani” e questa paternità la rivendico ) occorrono una legge ordinaria e una legge costituzionale di abrogazione dell’articolo 67. Le proponga adesso il M5S in modo che queste regole entrino in vigore con le elezioni del 2018. E visto che i pentastellati si considerano il movimento che vuole cambiare il paese propongano la drastica riduzione dello scandaloso numero di 945 parlamentari. E la eliminazione dei senatori a vita.