NAPOLI. Due file di incappucciati (sul genere del “munaciello”) escono dal retropalco e si portano verso la platea del Palapartenope; passando dai lati opposti, camminano ordinati e salgono su una pedana, fino ad arrivare sul palco, disposto al centro corridoio per il gran giorno della festa del cantante Alessio. 
Le file si spezzano per consentire l’ingresso a Gaetano Carluccio, in arte Alessio (nella foto), vestito di nero ed argento, che entra in scena su una moto nera roboante. Scende dal due ruote ed inizia a cantare “Ma si vene stasera”, tra il tripudio del pubblico. 
Il colpo d’occhio è impressionante: le gradinate sono tutte piene, non c’è la solita “tribuna” vuota. “Sold out” in ogni settore di posto, circa 4mila fans giovanissimi, ragazzine con bandana e fasce nei capelli a cantare insieme al loro idolo. Il corpo di ballo circonda il cantante nativo di Ponticelli, lo incornicia, e lui spesso si ritrova come circondato al centro del palco che s’infiamma con giochi piromusicali e si trasforma in una sorta di circo sospeso nello spazio. 
È concerto e musical, appunto, ma allo stesso tempo anche televisione e teatro. Ballerini, trapezisti, equilibristi, robot spara fumo, gabbie da circo, ragazze sputafuoco, attori e ballerini travestiti in scena e i video dei saluti de “I Ditelo Voi” e del socialman Gianluca Vacchi hanno animato una serata musicale diversa, allegra per le sue scatenatissime fans. Un concerto intenso di grande impatto scenico. Alessio con la sua musica domina le ammiratrici, cambiandosi d’abito sembra un domatore vestito di rosso fuoco che dirige il suo pubblico. 
Il regista Maurizio Palumbo, affiancato da Espedito Barrucci della “Zeus Record”, cura le riprese dello show con 10 telecamere professionali posizionate in ogni angolo del palco per immortalare le immagini e farne un dvd che uscirà nei primi mesi del 2019. Questo è un concerto di musica neomelodica, ma sembra un musical pop con soluzioni scenografiche inedite, iper spettacolari. È concerto e musical, appunto, ma anche televisione e teatro. 
Il posizionamento centrale del palco è già stato scelto in passato al Palapartenope, ma in questo caso viene usato con soluzioni inedite. Si rinuncia all’elemento più (ab)usato per spettacolarizzare i concerti, il megaschermo. Qui è il palco stesso a trasformarsi in schermo, che si accende e disegna trame: attraverso un lavoro di mappatura del pavimento, i visual su cui camminano Alessio e i ballerini si intrecciano con quello che vi accade sopra, con un effetto visto negli show televisivi . Il lavoro del direttore luci, che ha curato questa parte, è impressionante, e spesso ricorda dei “quadri” virtuali. Alessio è il protagonista assoluto, ovviamente. Il concerto è un racconto cronologico della sua storia musicale: 26 le canzoni in scaletta sono in rigoroso ordine di pubblicazione, da “Comme è bella a te verè”, “Baby”, “Vien”, “Ajere”, “Pe viche e Napule” (con un corpo di ballo composto anche da bambini), “Un beso bailando” in coppia con Ida Rendano, “Ancora noi”, “Un diavolo”, “Dammi un’occasione” con Emiliana Cantone, “Dduje pazz ’nnamnurate” con Nancy. Chiudono il concerto alcuni bis, tra cui “T’amerò” e “Barbara”. 
Nonostante questa scelta, la sequenza permette comunque di creare un arco non solo narrativo, ma anche emotivo, che attraversa e potenzia le esperienze e i ricordi dei fans. Impossibile non cantare a squarciagola, queste canzoni fanno parte dell’immaginario collettivo e le conosce anche chi è convinto di non saperle. E questo accade anche se gli arrangiamenti sono stati spesso modificati con alcune sequenze elettroniche. Quasi tre ore di concerto, per questo grande ritorno, dopo quello del 2006. Qualche incertezza iniziale sulla voce, dovuta all’emozione, ma che diventa più sicura mano a mano che la serata procede, in un clima quasi perfetto, è uno show che ha saputo portare le logiche della televisione sul palco, dal vivo, ma con un’idea ben precisa: per amplificare le canzoni e senza sacrificare la parte musicale e corale di unione con il pubblico. 
Alessio sul palco mostra di essere a suo agio e racconta il suo concerto, fa partecipare il pubblico e lo coinvolge nel suo racconto. Ringrazia amici e il suo staff che ha contribuito alla realizzazione di questo evento, il padre Vincenzo era emozionatissimo in platea. Divertente anche il monologo di Ciro Giustiniani: una considerazione armoniosa sulla donna-mamma del nord e quella del Sud Italia.
Sul palco con Alessio erano presenti Gianni Cuciniello (arrangiamenti e tastiere), Alessandro Napolitano (batteria), Ivan Cannata (basso elettrico), Mauro Amato (prima chitarra elettrica), Daniele Pirozzi (seconda chitarra elettrica), Vincenzo Battaglia (chitarre acustiche e classica), Savio Di Sarno (seconda tastiera) e le coriste Laura Ammendola e Martina Striano.