CASTELLAMMARE DI STABIA. Procedono i lavori di potatura delle piante nelle aiuole della Villa Comunale. Stamane gli operai sono stati però interrotti dalla pioggia. È con grande sorpresa che, intanto che il tagliaerba arrivi anche qui, in una delle aiuole che si trova nei pressi dell'Hotel Miramare, è possibile ammirare una pianta rarissima da incontrare (ma da non toccare): lo stramonio, che un tempo i contadini coltivavano per tenere lontane le talpe, a causa del pessimo odore emanato dalle foglie.

Il fiore, però, è una bella campanella bianca che si apre di notte e resta chiusa con la luce. Quando si apre emana un intenso odore di cui vanno matte le farfalle notturne. Lo stramonio è una pianta velenosissima che, quando capita per caso tra le verdure edibili (come le foglie di zucca o tra i cavoli), manda in ospedale e rischia di uccidere chi la ingerisce. Pericolosissima per i bambini che sono attratti dalla campanella e rischiano la salute andandola a raccogliere. Ecco perché, conosciuta da tempi antichissimi, ha guadagnato il nome di pianta del diavolo o pianta delle streghe.

Lo stramonio veniva chiamato anche la pianta dello sciamano, poiché ha proprietà allucinogene dovuta all’elevata concentrazione di alcaloidi dei più potenti, tra cui spicca per cattiveria la scopolamina. La pianta è citata anche da Omero nell’Odissea e da Shakespeare in Romeo e Giulietta e in Antonio e Cleopatra. 

Una pianta così velenosa è bene conoscerla e saperla riconoscere... per poterla evitare.