Il Signore e San Pietro, dopo il quotidiano concerto degli angeli musicanti, passeggiano sulle nuvole dell’Empireo al tramonto cercando un po’ di sollievo dalle preoccupazioni che diversamente all’uno e all’altro danno continuamente gli uomini. Alla fine, nonostante il desiderio di distrarsi, il discorso finisce per cadere sulla guerra informatica con l’Inferno, sull’uso dei cellulari ai quali molti beati cominciano ad abituarsi e sulle app che Steve Jobs aggiorna continuamente.

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«Ti vedo preoccupato, Pietro. Qualcosa non va alla portineria del Paradiso?» – chiede il Signore. «Tutto tranquillo, Signore, agli ingressi – risponde Pietro - Per la verità di questi tempi non c’è gran ressa di new entry. Le file, oggigiorno, si formano alle porte del Purgatorio e dell’Inferno. Per la verità sono sovrappensiero per l’uso dei cellulari quassù». «Cos’è che non funziona?». «Ti spiego – attacca Pietro – Tutto funziona alla perfezione. Però il cellulare è una rivoluzione eccessiva. Tu hai posto tanta cura nel metter su la tua meravigliosa cosmogonia che è sempre stata funzionale, oltre che bella. Ma da un po’ di tempo i cieli, dal primo fin su all’Empireo, non hanno più confini. Coi cellulari i beati passano virtualmente dall’uno all’altro. Ti stanno globalizzando il Paradiso». «E allora? – chiede il Signore – qual è il problema?». «Il problema è che i beati parlano tra loro attraverso i cieli perché qui c’è sempre campo. E così San Francesco è riuscito a mettersi in contatto con John Lennon». Pietro racconta dell’incontro tra i due che pare si intendano alla perfezione: nell’alto dei cieli se ne fa un gran parlare. Francesco ha chiesto a John di musicargli il suo “Cantico delle Creature” e in compenso lui adatterà alla metrica del Cantico una traduzione della sua “Imagine”. «Lennon prova al pianoforte un tema musicale niente male adatto al “Cantico” – spiega Pietro - e Francesco ha cominciato tradurre a suo modo le parole di “Imagine”. Ho copiato di nascosto i primi versi che ha composto. Ascolta, Signore». Pietro tira fuori dalla tasca un foglietto e legge: «Laudato si’ mi Signore, per li beati li quali immaginano che li omini non tengano più proprietà, che li omini non abbiano più cupidigia o brama e che li omini stiano sempre in pace, sicché lo mondo tutto uno solo sia». Sorridendo il Signore commenta: «Non mi sembra male; un po’ ingenua come traduzione, ma è pur sempre un bel messaggio di pace, tipico di Francesco, non ti pare?». «Certo, Signore! – risponde Pietro- Ma voglio vedere però come si metterà Francesco proprio col primo verso della canzone, che non ha ancora tradotto: Immaginate che non ci sia alcun Paradiso, se ci provate è facile, nessun Infeno sotto di noi, Sopra di noi solo il cielo». Poi dopo una breve pausa riattacca: «Te lo dicevo io, Signore, che per quel Lennon un po’ di Purgatorio ci sarebbe voluto!». Il Signore non risponde, resta molto pensieroso e un po’ incupito. «Signore non rabbuiarti così – cerca di incoraggiarlo Pietro – Quando Francesco si accorgerà che quei versi con i quali inizia la canzone mettono in discussione addirittura il Paradiso, finirà per rinunciare o per cambiare qualcosa. Il problema, te l’ho ripetuto continuamente, è sempre lo stesso. Può gioire quanto vuole Girolamo per la app Easy Paradise di Steve Jobs! Rassegnati che il cellulare è una creatura del demonio, che sta sconvolgendo la terra e può sconvolgere il Paradiso. Non riusciremo mai a fare di uno strumento diabolico votato al male e destinato a rendere gli uomini schiavi, un veicolo per il bene e la salvezza delle anime. Pensaci Signore!»

(continua)