Indubbiamente il nome ci riporta ad una delle ricette più saporite della cucina napoletana: “’E manfredi cu ’a ricotta” ma ahimè è di un ben altro Manfredi di cui voglio dissertare oggi: il nostro beneamato sindaco Gaetano Manfredi. Il cognome, checchè se ne dica è altisonante; basti pensare a quel Manfredi incontrato da Dante nel canto III del Purgatorio. Ve lo ricordate? Noo? Allora vi riporto tre terzine: “Pur sorridendo disse “Io son Manfredi - nepote di Costanza imperatrice - ond’io ti prego che, quando tu riedi - vada a mia bella figlia, genitrice - de l’onor di Cicilia e d’Aragona - e dichi ’l vero a lei, s’altro si dice”. Avite visto comme so’ acculturato? Reminiscenze scolastiche! E ancora un altro Manfredi, di nome Nino che tante risate ci ha profuso, in special modo nel capolavoro “Operazione San Gennaro”. Ma conosciamolo un po’ più da vicino questo sindaco, con un pedigree politico di tutto rispetto. Anzi sapete cosa faccio? Mi rivolgo direttamente a lui in prima persona: “Caro don Gaetano, scusami della confidenza che mi prendo ma, credimi, così mi è più facile dirti chello ca me passa p’a capa. Hai già letto quello che ho scritto riguardo il cognome Manfredi? Siii. Quindi, avrai notato che l’ho associato a illustri personaggi della storia. Però, ho da parte una chicca finale che non riguarda il tuo cognome, bensì il tuo vissuto nolano. che non ti svelo ancora. Allora… stamme bbuono a sentì: Ma comme t’he venuto ’e fa un’ordinanza che vieta i panni stesi? Io di politica non me ne intendo più di tanto ma credo che, chi emette un’ordinanza debba avere in serbo anche la soluzione del problema che, nel caso in questione sarebbe quello di fornire a tutte le famiglie del centro storico, un’asciugatrice ed un bonus per l’eccedenza di consumo energetico. Ma forse a questo ci avevi già pensato, e quindi i cittadini restano in attesa di… E vengo alla chicca finale: il tuo vissuto a Nola, stupenda cittadina ricca di storia archeologica, la tradizione dei gigli, e l’ingloriosa fine di “tale” Giordano Bruno, per volere del papa Clemente VIII che lo condannò per eresia e lo fece bruciare vivo. Eresia! Bella parola. È, consentimi l’accostamento, non è forse una “eresia” l’ordinanza di cui sopra? Lo so, ho mischiato il sacro e il profano, senza nemmeno io sapere quale è il sacro e quale il profano. Infine ti perdono la tua fede juventina ma, tieni presente che, se si avverasse il “Oh Vesuvio lavali col fuoco”, saremmo tutti Giordano Bruno… sindaco compreso. Alla prossima.