L’umanità esiste per creare ...” è nella dialettica del meraviglioso “Stalker” di  Andrej Tarkovskij, sull’inevasa dicotomia tra arte e scienza.

Creare arte o creare tecnologia, seguire le pulsioni dell’anima o le articolazioni della mente ...?

Il dubbio esiste finanche sull’operato di Dio: creò l’uomo o semplicemente fabbricò la macchina umana. Non ci potrà mai essere una risposta univoca, per piani che, sebbene apparentemente paralleli, per paradosso dell’inconscio si incrociano, sovrappongono e si scontrano nell’urgenza del nostro bisogno di progettualità, certezza e fede. È il profondo alveo che viene scavato dal “panta rei” della magia, della religione e della scienza, tanto care a James Frazer, che forse altro non sono che l’eterno divenire di una medesima sostanza, di cui noi siamo fatti, e che ci appaiono diverse solo per una questione di prospettiva individuale.

Una soggettività (conflittuale) che è ben rappresentata da Nin-Harra, quando la “scientifica” fermentazione dei cerali fece della birra un dono degli dèi capace tanto di nutrire quanto di obnubilare la mente e il pensiero o, forse, solo di liberalo in altre forme.

Quindi, se scienza e fede posso convivere al pari del raziocinio e della perdita di senno, senza dover necessariamente partire con Astolfo per la luna (su incarico di Dio, tra l’altro), basta sedersi al tavolo di un pub e rendere la “casa pubblica” perfetto simposio nel quale discutere, senza preconcetti e con onestà intellettuale, di scienza.

Ed è questo lo spirito di “Pint of Science”, appuntamento che vedrà coinvolti oltre 300 ricercatori che si alterneranno in 74 pub e 23 città in tutta Italia.

La manifestazione, che ha portata internazionale (ottava edizione a livello mondiale e quinta edizione per l’Italia) e valore di divulgazione scientifica, nata nel 2012 nel Regno Unito, è arrivata quest’anno a coinvolgere 24 paesi nel mondo e 23 città italiane, toccando anche la nostra regione, fissando per la Campania la propria sede oltre che nella provincia di Napoli per la quarta volta ad Avellino e per la seconda volta a Sarno, nei giorni del 20, 21 e 22 maggio.

Lunga, la lista dei locali di Napoli e provincia: A'Mbasciata (Via Benedetto Croce, 19);  L'Asilo (Vico Giuseppe Maffei, 4);  Bar delle Rose (Via Alfredo De Luca 135, Ischia); Baroq - Art Bistrot  (Piazza Vittoria, 6); Cafè street 45  (Via Alcide de Gasperi, 127, Torre del Greco); Groove (via Maria Puteolana, 11, Pozzuoli); Lido Pola (via Nisida, 24); Magazzini Fotografici (Via S. Giovanni in Porta, 32);  Maneba Industries (Via Sarno 170, Striano); Museum Shop&Bar (Largo Corpo di Napoli, 3); Pub 27 (via Vittorio Emanuele 9, Pompei); Scugnizzo Liberato (Salita Pontecorvo, 46);  Slash+ (Via Vincenzo Gemito, 20).

Come per lo scorso anno, “Pint of Science” sarà, invece, ospitata ad Avellino dal Godot Art Bistrot (via Mazas 13/15) mentre a Sarno si svolgerà presso il risto-pub Offline (via San Valentino 6).

Numerosissimi i temi trattati (che spazieranno dalle neuroscienze alla psicologia e psichiatria, alla chimica, alla fisica, all’astronomia, alla biologia umana, alle scienze della terra, all’evoluzione, alla zoologia, alla tecnologia e computer, alle scienze sociali) e le personalità coinvolte (per i dettagli deli singoli appuntamenti si rimanda al programma sul sito ufficiale https://pintofscience.it).

Eventi meritori, questi, tanto più se si considera che “Pint of Science” è a ingresso libero, senza scopo di lucro e che tutti gli organizzatori e i relatori hanno offerto la propria disponibilità su base volontaria.

Il progresso scientifico ha, infatti, subito un’accelerazione evoluzionisticamente inspiegabile, fornendo mezzi tecnologici adulti ad un Sapiens Sapiens ancora troppo bambino. Ciò sia in termini applicativi che divulgativi.

È, quindi, un dovere che diventa anche necessità rispondere “presente” a un’iniziativa culturale che con onestà e chiarezza investe una materia (quella scientifica) che l’epoca contemporanea ha mistificato e strumentalizzato, negando troppo spesso alle attuali generazioni qualsiasi possibile parresia di informazioni.

di Marco Sica