Nel marzo del 2020 il mondo ha deciso di porci davanti a una sfida enorme: la Quarantena. Ci ha chiuso in casa soli con le nostre ansie, le nostre paure ed il nostro stress. Ma anche con i nostri dolci ricordi, i nostri ambiziosi sogni e le nostre tenaci speranze. Parte da questi presupposti il progetto "A digital Decameron" che ha lo scopo di raccogliere il meglio di questi pensieri e rilegarli in un libraccio, per raccogliere bellezza anche in un contesto così difficile.

Non bastava il Coronavirus a spaventare le persone, c’è chi ha usato un modo alquanto insolito per evitare che la gente esca di casa durante la pandemia. La bizzarra idea arriva da un villaggio in Indonesia. A Kepuh hanno pensato di reclutare volontari per supervisionare le strade del villaggio usando come travestimento la figura dei pocong, ovvero i fantasmi dei defunti intrappolati nei propri sudari, con lo scopo di assicurarsi che tutti rimangano a casa e che rispettino le regole del distanziamento sociale. L'idea davvero singolare sembra aver avuto un discreto successo.

L’Open Breath è il progetto degli ingegneri italiani che mirano a creare un ventilatore meccanico pienamente operativo con l’uso della tecnologia 3D. I lavori sull’apparecchio vengono appoggiati dalla Zortrax, un produttore delle stampanti 3D, il quale ha messo a disposizione degli inventori di questo progetto uno dei suoi dispositivi più moderni nonché i materiali necessari per la stampa.

Il giornalista della “Abc”, Will Reeve durante un collegamento da casa, dopo aver ricevuto la linea dallo studio, si è intrattenuto con i suoi colleghi in diretta ma, sui social, in molti hanno notato il particolare: Reeve era in mutande. E’ la conseguenza dello smartworking che ha sdoganato il dress code di milioni di lavoratori. Quella che ha visto protagonista il giornalista Will Reeve resterà nella storia dei video divertenti legati al Coronavirus, che sta costringendo, un po’ in tutto il mondo, quasi tutti i lavoratori a restare a casa e ad utilizzare lo smartworking.