Una giacenza fino a 64 volte superiore al limite consentito. Rifiuti stoccati in aree non destinate allo scopo, anche direttamente sul terreno. Sono solo alcune delle irregolarità riscontrate dai militari del Noe di Napoli in un impianto di trattamento di rifiuti urbani e speciali non pericolosi, gestito dalla società Eco Energy, con sede nella zona industriale di Airola (Benevento), che è stato sottoposto a sequestro, come disposto su richiesta della procura sannita. L'impianto è autorizzato alla gestione e al trattamento di rifiuti provenienti da tre comuni e da stabilimenti industriali ed è autorizzato anche alla produzione di materia prima seconda, oggi denominata end of waste, ovvero materiale recuperato dal trattamento dei rifiuti e gestito attraverso vari consorzi. Nel corso dell'attività ispettiva, svolta congiuntamente a personale dell'Arpac, i militari del reparto speciale dell'Arma avevano accertato più violazioni di natura penale.

Nel dettaglio, come viene evidenziato in una nota: "ingenti quantitativi di rifiuti, di varia natura, erano stoccati, in totale difformità al layout aziendale, sia all'interno del capannone di circa 5mila metri quadrati che nelle pertinenze esterne in aree non destinate a tale scopo, di fatto, in alcuni casi, impedendo anche la viabilità interna e comunque, date le altezze dei cumuli, creando pericolo per l'incolumità dei lavoratori; lo stoccaggio dei rifiuti nell'area esterna, in alcuni casi anche direttamente su nudo terreno, avveniva senza idonea separazione e protezione; di fatto, sottoposti all'azione costante degli agenti atmosferici, consentiva che nelle acque di piazzale venissero convogliate anche quelle di dilavamento degli stessi; l'end of waste non risulta riunire i requisiti normativi per essere non più qualificato quale rifiuto, attesa l'eccessiva percentuale di impurità riscontrata, pertanto andando ad aumentare il quantitativo di rifiuti stoccati; presenza di tipologie di rifiuto non consentite dall'atto autorizzativo; la giacenza stimata risultava 64 volte superiore al limite giornaliero consentito; un capannone adiacente e direttamente collegato all'impianto, di circa 2mila metri quadrati, utilizzato per lo stoccaggio dei rifiuti, risultava totalmente abusivo atteso che non era minimamente contemplato nell'atto autorizzativo; assenza di presidi antincendio e/o dispositivi antincendio nonché di spazi di manovra per i mezzi di soccorso". La società, dal gennaio 2022, risulta in amministrazione giudiziaria a seguito di sequestro preventivo emesso dal tribunale di Benevento per l'ipotesi di reato di riciclaggio.