La ZES unica del Sud muove i primi timidi passi tra ritardi e incertezze. Tutti d’accordo che, per favorire l’attrazione di nuovi investimenti nelle aree meridionali, sia decisivo scommettere soprattutto su un sistema di porti e retroporti, attrezzati e fortemente favoriti da esclusivi privilegi fiscali nelle Zone Doganali Intercluse gestite dalle competenti Autorità Portuali. Incrementare i traffici di persone e di merci è decisivo per implementare rapidamente il sistema delle due Autostrade del Mare "Catania-Genova, Catania-Trieste", rapidamente in grado di subentrare al trasporto su gomma con un enorme abbattimento di emissioni anche in costanza di regime energetico fossile. Questa razionalizzazione è la precondizione per sdoganare il Sud e con esso l’Italia quale primario polo logistico intra ed inter-mediterraneo europeo.
Secondo il Presidente SVIMEZ, la scelta del Governo nazionale di concentrare a Roma tutte le decisioni è utile per la semplificazione, il coordinamento e la tempestività degli interventi, a condizione, però, che la natura ministeriale della Cabina di Regia superi la difficile prova della distanza e del rischio burocratico e assuma un ruolo di regia attiva.
Giannola è d’accordo a concentrare gli incentivi su alcune filiere strategiche insediate nel Mezzogiorno, le quali rappresentano un tratto fondamentale di politica industriale attiva, e ciò si concilierebbe con gli strumenti agevolativi messi in campo. Primo tra tutti, il Credito d’Imposta, per la cui concessione si stanno accumulando pericolosi ritardi, laddove il Bilancio 2024 ha stanziato 1,8 miliardi, per investimenti che dovrebbero essere fatti entro il prossimo 15 novembre. Ma per far partire i quali servirebbero almeno il decreto attuativo e le istruzioni operative dell’Agenzia delle Entrate. È, invece, da apprezzare la scelta del Governo di introdurre un bonus pari al 100% dei contributi previdenziali dovuti per chi fa nuove assunzioni a tempo indeterminato nella ZES.
Per il Presidente SVIMEZ, chiamare ZES un’area indistinta a fiscalità differenziata è altra cosa da ciò che nel mondo si intende per Zone Economiche Speciali, che sono porzioni di territorio a ridosso di porti, attrezzate con retroporti e interporti. In altri termini, un’entità territoriale ben definita, attrezzata per diventare attrattiva, per particolari motivi tra i quali spicca proprio quello legato all’esistenza di un porto. Come dimostra il caso di Tangeri in Marocco. Un’area esente dalle dogane in entrata e in uscita è difficile che possa coincidere con tutto il Mezzogiorno: il Sud diventerebbe un soggetto terzo, con regole totalmente diverse da quelle europee, e ciò sarebbe inaccettabile per l’Ue. Lo abbiamo visto proprio in questi giorni con la decontribuzione Sud al 30%, che terminerà a giugno, in quanto l’Unione Europea non consente palesi violazioni strutturali delle regole sulla concorrenza. E come avvenne con la fiscalizzazione integrale o quasi degli oneri sociali che la Commissione di Bruxelles impose all’Italia di cancellare in base all’accordo Van Miert -Pagliarini.