NAPOLI. Pietro Iodice, alias “Pierino ’a Siberia”, doveva morire. Fu questo il verdetto emesso dal tribunale della camorra. La decisione del ras del clan Moccia di base a San Pietro a Patierno di monopolizzare i traffici di droga di Casoria innescò nel giro di una manciata di giorni un’inarrestabile escalation di sangue e piombo. E la rivolta partì proprio dal suo uomo di massima fiducia: il reggente Renato Tortora. Ne scaturì una scissione devastante, consumatasi a suon di stese, bombe e vendette trasversali.