NAPOLI. È fuga dalla maggioranza del sindaco Luigi de Magistris. Dopo Vincenzo Gallotto, consigliere comunale del gruppo misto, ex Idv, passato all’opposizione la scorsa settimana, anche Carmine Attanasio, rappresentante dei Verdi nell’assise cittadina e di Lavoro, Sviluppo e Ambiente, la lista civica del sindaco, nella Città Metropolitana, abbandona gli “arancioni” e passa col Pd, che in entrambe le assemblee è schierato all’opposizione. Con l’uscita di Attanasio dalla maggioranza, l’ex pm non ha più i numeri per approvare il bilancio di previsione 2015, che va in aula mercoledì. Per far passare la manovra, infatti, servono almeno 25 consiglieri presenti in aula. Se le opposizioni decidessero di uscire al momento dell’appello, verrebbe a mancare il numero legale.

COMUNE. I consiglieri rimasti fedeli a de Magistris, infatti, sono solo 22: Idv (6), Fds (5), Città Ideale (4), Campania Domani (3), Sel (1), Nèt (1), Teresa Caiazzo e Luigi Zimbaldi nel gruppo misto, che contando il primo cittadino garantiscono alla maggioranza 23 voti.
Ben 26, invece, i consiglieri di opposizione, dove Ncd si conferma il primo gruppo con 6 consiglieri. Seguono il Pd, che sale a 5 consiglieri, con l’ingresso di Attanasio, e Ricostruzione Democratica, con i separati in casa Simona Molisso e Carlo Iannello di Red e Gennaro Esposito. Quindi, una serie di gruppi da 2 consiglieri: Sim, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Iniziativa Riformista. Ai quali si aggiungono il presidente di Fare Città, Gianni Lettieri, il Pdl Napoli con un solo consigliere, e Vincenzo Gallotto    e Marco Russo nel gruppo misto. 

PALAZZO MATTEOTTI. Va peggio, per il sindaco, alla Città Metropolitana, dove con l’uscita di Attanasio, al quale ha conferito la delega assessorile al Turismo, può contare solo su 6 voti, compreso il suo, contro i 19 delle opposizioni (7 Pd, 7 Fi, 4 Ncd, 1 FdI). I dissapori con Renzi e col Governo, sulla questione Bagnoli, e col Pd per la corsa alle prossime comunali 2016, hanno congelato il patto con i democrat da suggellare con la distribuzione delle deleghe assessorili. La fase di transizione che attraversa il nuovo ente, tuttavia, garantisce al primo cittadino metropolitano i poteri per poter governare anche in assenza di una maggioranza vera e propria.

IL PD ESULTA. Intanto, con l’acquisto di Attanasio i democrat vanno a rimpolpare le loro fila sia in Comune che nell’ex Provincia. Domani, il segretario metropolitano Venanzio Carpentieri, i capigruppo al Comune ed alla città metropolitana, Aniello Esposito e Luca Mascolo, nonché i consiglieri comunali e metropolitani del Pd ufficializzeranno il nuovo arrivo con una conferenza stampa nella sede del Pd metropolitano di Napoli di via Toledo. «Con l’adesione di Attanasio – sottolinea in una nota il Pd - cresce il Pd in Consiglio Comunale e nella Città Metropolitana dove diventa partito di maggioranza relativa».

RECORDMAN DI CAMBI. Il consigliere ambientalista nella sua carriera politica ha accumulato esperienze in diversi partiti, oltre che nei Verdi e nell’Idv, anche in Rifondazione Comunista, Forza Italia e Pd. Un curriculum che gli è valso l’accusa di «trasformismo» in un articolo del Fatto Quotidiano, che l’ha inserito nella sua lista degli “Impresentabili”, in piena campagna elettorale per le regionali di maggio. Accusa contro la quale Attanasio si è sempre battuto, motivando, di volta in volta le proprie scelte. In segno di protesta, Attanasio si è anche incatenato ad un albero, sotto la sede Rai di Napoli, per fare lo sciopero della fame.  
Nell’ultima consiliatura, Attanasio è al secondo passaggio, avendo già cambiato una volta partito, dall’Idv, dove è stato eletto, ai Verdi, ed entrando nel gruppo misto. A dettare l’ultimo cambio, con l’ingresso nel Pd, sarebbe stato, secondo indiscrezioni di palazzo, la decisione dei Verdi di puntare su Stefano Buono per le comunali nel 2016. L’ex consigliere comunale e regionale di Ercolano sarebbe molto vicino a Francesco Emilio Borrelli, che avrebbe sostenuto nell’ultima campagna per le regionali.