CASTELLAMMARE DI STABIA. La "Giornata della Memoria" ha avuto una più ampia preparazione per gli studenti del Liceo Scientifico "Francesco Severi" di Castellammare di Stabia che, il 26 gennaio scorso, si sono riuniti nell'auditorium per incontrare  il  giornalista e poeta bosniaco Rezak Hukanović, sopravvissuto ai campi di concentramento in Bosnia, territorio che ha conosciuto internamenti e torture suscitate da ostilità per appartenenza geografica, culturale e religiosa non meno agghiaccianti delle sofferenze provocate dalla Shoah ebraica, a testimonianza che il seme dell'odio è sempre pericolosamente vivo nelle nazioni e nei popoli che vivono gomito a gomito con l'Occidente che oggi respinge ideologie nazi-fasciste, autoritarie e violente. La pulizia etnica nei Balcani, infatti, venne attuata durante la guerra scoppiata tra i Paesi che componevano la Jugoslavia federale (Serbia, Croazia, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia). Violenze e tensioni politiche insanguinarono l’area tra il 1990 e il 1999. In questo quadro si sviluppò anche il genocidio di Srebrenica, città della Bosnia-Erzegovina, l’11 luglio 1995.

Rezak Hukanović è autore del libro "Il decimo girone dell'inferno" (Edizioni Spartaco), che ha presentato insieme con la scrittrice e giornalista bosniaca Azra Nuhefendić, corrispondente per l’Osservatorio Balcani e Caucaso, che ha fatto da interprete.

Dopo i saluti della dirigente scolastica, professoressa Elena Cavaliere, la prof.ssa Angela Benigno, coordinatrice del dipartimento di Storia e Filosofia, ha moderato l’incontro, iniziando col presentare il tema delle guerre nella ex Jugoslavia, facendo riflettere gli alunni sulle vicende di una guerra "dimenticata", eppure combattuta nel cuore dell’Europa, proprio alle porte dell’Italia, a cavallo tra il Novecento e il nuovo millennio. Una guerra di cui i ragazzi (nati tutti negli anni Duemila) ignorano l’esistenza, dal momento che quasi mai i programmi di storia riescono a trattare queste vicende, ma che ha fatto rivivere all’Europa le atrocità della “pulizia etnica”.

La professoressa di lettere Antonella Lipardi del Liceo Seniore (membro dell’associazione Achille Basile - Le Ali della Lettura) ha poi brevemente analizzato il testo dell’autore, facendo un parallelo sia con l’Inferno di Dante (nella descrizione della brutalità e delle violenze del campo di concentramento) sia con l’opera  di Primo Levi (per la forza con cui l’autore ha testimoniato l’orrore, senza che mai emergesse odio dalle sue parole).

La professoressa Carmen Matarazzo presidente dell'associazione "Achille Basile - Le Ali della Lettura", ha introdotto l’autore, chiedendogli quale futuro si è aperto, dopo la guerra , sia per il popolo bosniaco così martoriato, sia per i carnefici, ovvero se sia possibile una vera pace.

L’autore ha quindi raccontato ai ragazzi del suo arresto, del suo internamento e delle violenze subite (omettendo i dettagli più cruenti), e ha poi risposto alle decine di domande che i ragazzi gli hanno rivolto, sia di natura politica che di natura personale. In particolare, si è soffermato sul fatto che le guerre nascono sempre da un odio che viene costruito su basi culturali, e che pertanto, così come si “costruisce” una guerra, è importante informarsi e lavorare per “costruire” la pace e il dialogo tra i popoli.

Al termine dell’incontro, un gruppo di alunni del liceo ha fatto omaggio all’autore di componimenti poetici da loro realizzati, sotto la supervisione della prof.ssa Tiziana Esposito, a partire da alcune parole estratte dal testo dell’autore.