NAPOLI. Se non è piena emer-genza poco ci manca. Di certo, con tre sparatorie e un agguato registrati in meno di una settimana, il quadro appare quantomeno poco rassicurante. Teatro dell’ennesima notte di sangue e terrore, piazza Volturno, a due passi da corso Garibaldi e dal Borgo Sant’Antonio Abate, dove il 34enne pregiudicato Salvatore Marangio è stato vittima di un agguato. Il commando ha esploso contro di lui diversi colpi d’arma da fuoco, alcuni dei quali l’hanno centrato alle gambe. L’uomo si trova adesso ricovera-to in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita, all’ospedale San Giovanni Bosco. Sul caso indaga adesso la polizia di Stato: le piste al vaglio sono diverse e tutte conducono a moventi di natura differente. 
Il misterioso raid è scattato intorno alla mezzanotte e mezza. Marangio, nonostante si trovasse ristretto agli arresti domiciliari, aveva abbandonato il proprio domicilio per recarsi in piazza Volturno.

Al momento non è ancora chiaro se qui avesse appuntamento con qualcuno, ma il commando ha agito a colpo sicuro: riconoscendolo senza esitazione ed esplodendo al suo indirizzo numerosi colpi di pistola. Ferito a entrambi gli arti inferiori, il 34enne è stato quindi accompagnato da un conoscente al pronto soccorso del San Giovan-ni Bosco della Doganella. Sottoposto a un delicato intervento chirurgico, Marangio si trova adesso ricoverato in prognosi riservata.

Per rimettersi avrà ancora bisogno di tempo, ma la funzionalità delle gambe non dovrebbe essere stata compromessa. 
Scandagliata e cristallizzata la scena del crimine, con i primi rilievi affidati ai poliziotti dell’Ufficio prevenzione generale, resta però adesso tutto da inquadrare il motivo per il quale il 34enne ha rischiato di rimetterci le penne in una maniera così atroce. Quello di Salvatore Marangio è comunque da tempo un volto ben noto agli archivi delle forze dell’ordine. Il pregiudicato, in passato finito in manette per una vicenda di rapi-ne di Rolex, si trova infatti attualmente ristretto agli arresti domiciliari.

Le “cattive” frequentazioni di certo non gli mancano, ma l’uomo non sarebbe mai stato accostato ad ambienti camorristici. Eppure gli investigatori che stanno lavorando al caso sembrano avere pochi dubbi circa la natura mafiosa del raid. Non è però da escludere che la vittima possa aver pagato a caro prezzo uno sgarro fatto alla persona “sbagliata”. Ad ogni modo il diretto interessato non ha fin qui fornito indicazioni degne di nota.

La zona del Borgo Sant’Antonio Abate, di recente già teatro di altri gravi fatti di sangue, ormai da tempo risulta sotto lo stretto controllo dei clan Contini e dei reduci della “paranza dei bambini”, cioè dei Giuliano-Sibillo dei Decumani e Forcella. Proprio a Forcella, domenica scorsa, era stata registrata una duplice sparatoria, seguita dalla stesa di due giorni fa a Materdei. Un’escalation dagli esiti imprevedibili.