Due decreti di sequestro di beni sono stati emessi dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Napoli nei confronti di Antonio Lucci, 57 anni, e Giorgio Tranchino, 40 anni, entrambi ritenuti inseriti nel clan camorristico Moccia, egemone nei comuni della provincia a nord di Napoli. Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro, tra cui immobili, imprese nel settore dell'autorimessa e rapporti finanziari, è stato quantificato in circa 6,3 milioni di euro. Il decreto è stato eseguito dal personale dell'area misure di prevenzione patrimoniali della Divisione Polizia anticrimine della Questura di Napoli.

Antonio Lucci, detto Tonino 'o pazz, pluripregiudicato, è considerato al vertice di un gruppo criminale attivo nel quartiere Secondigliano di Napoli ma inserito nel clan Moccia. In tale veste si sarebbe reso responsabile di usura, estorsione e corruzione delle aste giudiziarie nei comuni di Frattamaggiore, Casoria e Afragola. Lucci, che è cugino dei fratelli capi del clan Moccia, ha già riportato nel 2006 la condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione per usura ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Il suo attivismo criminale, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, si sarebbe concentrato più volte nel corso degli anni sul settore delle aste giudiziarie: nel 2012 è stato condannato dal Tribunale di Napoli a 2 anni e 2 mesi di reclusione per associazione per delinquere finalizzata a turbare il regolare svolgimento della piena libertà delle aste giudiziarie bandite nella circoscrizione del Tribunale di Napoli.

Lucci è attualmente detenuto in quanto destinatario di una misura cautelare emessa il 21 gennaio 2021 dal gip di Napoli, poi confermata dal Riesame, in quanto ritenuto gravemente indiziato della commissione dei reati di turbativa d'asta, estorsione consumata e tentata, porto di armi abusivo, tutti reati aggravati dall'agevolazione al clan Moccia. Il decreto di sequestro eseguito oggi dispone il sequestro del patrimonio, formalmente intestato anche a stretti congiunti di Lucci, risultati intestatari fittizi. Il valore del patrimonio sottoposto a sequestro ammonta a circa 6 milioni di euro ed è composto da numerosi immobili, imprese nel settore del parcheggio-autorimessa e rapporti finanziari.

Giorgio Tranchino, genero di Lucci, è pregiudicato per associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. E' attualmente sottoposto agli arresti domiciliari e sta scontando la pena definitiva di 8 anni e 4 mesi di reclusione emessa dalla Corte di Appello di Napoli per la partecipazione al clan Moccia, del quale è considerato esponente dell'articolazione territoriale di Casoria.

Tranchino, secondo la ricostruzione degli investigatori, era deputato ad assolvere alla funzione di intermediario tra il gruppo dirigente e le diverse articolazioni territoriali del sodalizio. Il decreto ha disposto il sequestro di beni intestati a Tranchino e alla moglie, avendo le indagini della Divisione Polizia anticrimine della Questura di Napoli dimostrato la sperequazione tra ricchezza accumulata ed entità di redditi leciti dichiarati dal nucleo familiare. Il valore del patrimonio sottoposto a sequestro ammonta a circa 360mila euro ed è composto da un appartamento e 6 saldi attivi di rapporti finanziari.