L'altarino dedicato alla memoria di Emanuele Sibillo, capo della cosiddetta "paranza dei bambini" ucciso nel 2015 in uno scontro a fuoco con un gruppo rivale nel centro storico di Napoli, era diventato una sorta di "totem" per il gruppo criminale dei Sibillo, legato al clan Contini e quindi al cartello camorristico dell'Alleanza di Secondigliano, ed era totalmente funzionale alle attività del clan.

In un caso, come testimoniato dalle indagini che oggi hanno portato all'esecuzione di 21 arresti di altrettanti affiliati al clan Sibillo, un commerciante vittima di estorsione è stato trascinato davanti all'altare, realizzato all'interno di un palazzo in vico Santi Filippo e Giacomo soprannominato "il palazzo della buonanima", e lì costretto a inginocchiarsi e a riconoscere il potere e la supremazia del gruppo.

Non si trattava quindi, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, solo di un luogo di commemorazione familiare, ma di un luogo che serviva alle finalità del gruppo dei Sibillo.

Partendo da questa considerazione, l'altarino è stato oggetto di un provvedimento di sequestro eseguito questa mattina dai Carabinieri del Comando provinciale di Napoli supportati dai Vigili del Fuoco. È stata smontata la struttura a protezione degli oggetti contenuti, tendaggi, vetrate e fioriere, oltre a un busto raffigurante il volto di Emanuele Sibillo, foto e luci.