NAPOLI. Ad un anno dall'inizio della pandemia nulla sembra essere cambiato e per l'economia campana non si vedono spiragli, anzi tutto sembra essersi complicato, in modo particolare da quando l'8 marzo scorso siamo tornati in zona rossa, con una chiusura drastica e apparentemente senza senso delle attività commerciali. Tra i settori più penalizzati quello della cura alla persona, a parlarne il Presidente della Claai Campania, Antonio Cataldo e quello della Claai Napoli, Giuseppe Cerella in un comunicato congiunto:

“L’intero settore della cura della persona -barbieri, parrucchieri, estetisti – è stato ulteriormente penalizzato con chiusure apparentemente senza alcun criterio, considerato che molti hanno impiegato tempo e risorse per i dovuti adeguamenti per la sicurezza di personale e clientela ed hanno, sin da subito, applicato protocolli di gran lunga più restrittivi rispetto a quelli indicati dal Governo, ma a nulla è servito. Anzi, tali chiusure stanno producendo un aumento del ricorso al servizio domiciliare, assolutamente illegittimo e pericoloso. Viviamo – proseguono Cataldo e Cerella - una situazione altalenante che non ci permette di programmare il futuro e l'incertezza è la peggiore nemica dell’impresa. Nonostante si sia investito oltre ogni logica siamo sempre pronti a fare la nostra parte con responsabilità, con la speranza che questi sacrifici contribuiscono alla sicurezza di tutti, ma non possiamo fare a meno, però, di notare le storture che ogni giorno ci vengono messe davanti: mezzi pubblici pieni e senza alcun controllo, studi medici aperti e che praticano le stesse attività dei centri estetici, l'esclusione dalle categorie da vaccinare. Abbiamo bisogno di avere supporti economici concreti per fronteggiare la crisi con ristori adeguati e solerti. Abbiamo bisogno di risposte in merito a fitti, tasse, pagamenti dei fornitori. Necessitiamo, come tutti, di una cassa integrazione più veloce nei pagamenti, gli impiegati non possono attendere mesi per ricevere un sostentamento necessario per sopravvivere. Chiediamo - concludono i presidenti Claai - la dilazione delle tasse 2020/21 in dieci anni a partire dal 2023, un piano vaccinale che permetta una ripresa economica che dia fiducia per un rilancio concreto e per questo come Claai chiediamo al Presidente della Giunta Regionale e all'assessore alle Attività Produttive di intervenire con sostegni economici alle categorie, in questo momento, chiuse. Abbiamo necessità di un piano economico regionale come quello già attuato nel 2020. Dobbiamo scongiurare il rischio concreto che moltissime aziende artigiane e piccole imprese non riusciranno a riaprire con gravi danni economici, produttivi ed occupazionali”.