di Rosa Benigno
POMPEI. Spari, fumo, fuoco e fiamme: la suggestione di opere d’arte che erano belle, bianche e intatte che bruciano e si anneriscono modificando il loro iniziale aspetto.
Il gioco è riuscito - non perfettamente - ma Cai Guo-Qiang ci ha lavorato 12 ore per realizzarlo e chi mai si sarebbe azzardato a dire che quella non è arte? «Come tutte le performance, un evento unico e irripetibile può avere intoppi. Parte dell’opera non è esplosa - commenta Ilaria Varriano, guida turistica - ma l’artista Cai Guo-Qiang ha ricostruito un’ipotesi di apocalisse e un’ipotesi di riscoperta della bellezza sotto le ceneri». Una performance molto attesa perché annunciata alle ore 12, per problemi tecnici, legati alle solite trattative estenuanti tra dirigenza della Soprintendenza Archeologica di Pompei e i sindacati, pr assicuare il personale in conto terzi, si è protratta oltre il dovuto. E così, l’arte è andata in scena alle 15.
Il critico d’arte Achille Bonito Oliva, con la sorella Rossella, filosofa e prof all’Università Orientale di Napoli, erano tra gli ospiti illustri nell’Anfiteatro di Pompei, per assistere all’Explosion Studio, l’evento unico del cinese Cai Guo-Qiang. Hanno atteso, insieme al pubblico più tenace, per vivere l’emozione di spari e fumi colorati che hanno distrutto e dipinto tele di diverse dimensioni e copie di oggetti legati alla vita quotidiana dell’antica Pompei, ma anche riproduzioni di sculture del Mann (Venere Callipigia, Ercole e Atlante farnese, busto di Pseudo-Senea) collocati su una tela di 32 metri per 6, supportata da una piattaforma.
Bonito Oliva apprezza molto Cai Guo-Qiang che definisce un “artista interessante” e spiega che ciò che realizza «Cai è un lavoro sull’idea di arte come catastrofe erotica. Egli, cioè, prima crea e poi distrugge con fuochi d’artificio, coinvolgendo tutti i sensi con suoni, odori e colori. Un’opera plurisensoriale creata mediante un corto circuito tra Oriente e Occidente, che parte dall’iconografia Greco-Romana su cui interviene con fuochi d’artificio che cadono dall’alto lasciando tracce».L’esplosione artistica di ieri si collega alla mostra “In the Volcano” che oggi sarà allestita nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. «Il Mann continua a viaggiare nelle suggestioni della cultura orientale e, stavolta, si affida all’arte contemporanea, interpretata dalla creatività di Cai Guo-Quiang: proiettare questo straordinario sguardo “Nel Vulcano, tra Napoli e  Pompei” significa riscoprire gli ineludibili legami tra il passato classico e la sensibilità moderna» ha spiegato il direttore del Mann, Paolo Giulierini. Mentre il prof Massimo Osanna ha paragonato Cai Guo-Qiang agli artisti, viaggiatori, poeti del Gran Tour. «Anche Cai Guo-Qiang fa parte di questa storia contemporanea di Pompei, quale sito in perenne divenire, quale patrimonio accogliente e collettivo dei saperi umani - ha spiegato Osanna - Anche Cai Guo-Qiang fa parte di questa storia contemporanea di Pompei, quale sito in perenne divenire, quale patrimonio accogliente e collettivo dei saperi uman».