Il direttore generale per la gestione e la manutenzione del Tribunale di Napoli, Emanuele Caldarera, e' stato sospeso dal servizio con la riduzione dello stipendio del 50 per cento fino a nuova disposizione. La decisione e' stata assunta questa mattina dal Dipartimento dell'organizzazione del ministero della Giustizia dopo il deposito a Roma degli atti dell'indagine a suo carico. E' infatti ritenuto dagli inquirenti napoletani, in concorso con Alfredo Romeo, l'imprenditore napoletano in carcere per una presunta tangente pagata a un dirigente della Consip, responsabile di corruzione. Romeo, che attraverso una sua societa' a Palazzo di Giustizia ha in appalto il servizio di pulizia, avrebbe chiesto e ottenuto da Caldarera lo sblocco del pagamento di alcune fatture che il suo predecessore aveva bloccato per errori nei conteggi, in cambio di due favori. Il primo riguarderebbe l'assunzione della figlia di Caldarera presso un'azienda di Romeo, il secondo un trasloco di masserizie dall'ufficio romano del dirigente del ministero a quello napoletano. La settimana scorsa i carabinieri hanno perquisito il suo ufficio a piazza Cenni a Napoli e l'abitazione in provincia di Lodi.