NAPOLI. Padre e figlio parteciparono all’agguato: Luigi D’Amico come mandante, Umberto D’Amico come componente del gruppo di fuoco che uccise l’11 ottobre 2009 Patrizio Reale “’o Patriziotto”. Ma a distanza di anni il secondo è diventato collaboratore di giustizia, accusando il genitore e gli zii oltre che gli altri affiliati coinvolti. Complessivamente in sette, tutti destinatari di misura cautelare per omicidio aggravato dal metodo mafioso eseguita ieri mattina tranne il pentito, da ritenere innocenti fino all’eventuale condanna definitiva.