NAPOLI. Lussuosi soggiorni in Spagna, biglietti per assistere alle partite del Napoli o alle gare della Moto Gp, ma anche promesse di posti di lavoro per parenti e noleggi di auto a lungo termine. Sarebbe stata questa la “merce di scambio” grazie alla quale l’imprenditore partenopeo Luigi Scavone, tra il 2015 e il 2019, avrebbe assoldato oltre dieci pubblici ufficiali, quasi tutti militari della guardia di finanza in servizio a Napoli, i quali, di contro, si sarebbero “messi a disposizione” garantendogli la mancanza di controlli fiscali e valutari, oltre a informazioni di natura investigativa. Sulla scorta di una sfilza di intercettazioni e chat finite sotto sequestro, ma anche grazie alle dichiarazioni accusatorie rese proprio dal manager Scavone, la Direzione distrettuale antimafia ha chiesto l’arresto di nove finanzieri e di un poliziotto e l’emissione di due divieti di dimora a carico di altrettanti uomini delle fiamme gialle. In prima battuta il gip aveva respinto l’istanza, ma la Procura non ha mollato la presa e, appellatasi al tribunale del Riesame, è riuscita a ottenere un parziale accoglimento delle richieste. I giudici della dodicesima sezione del tribunale delle Libertà, discostandosi dalla precedente valutazione del gip, hanno disposto la sospensione dall’esercizio dei pubblici uffici per cinque dei finanzieri finiti sotto inchiesta, mentre per l’imprenditore Luigi Scavone è arrivata la tegola degli arresti domiciliari. Il suo nome - vale la pena ricordarlo - era con prepotenza balzato alla ribalta della cronaca giudiziaria nel marzo del 2019, quando venne arrestato con l’accusa di essere stato il dominus di una maxi-evasione fiscale da 70 milioni di euro. In seguito, pur venendo esclusa l’aggravante associativa, per l’ex patron di Alma Spa, colosso del lavoro interinale, è arrivata anche la condanna di primo grado. Il vaso di Pandora potrebbe però in realtà essere stato appena scoperto e undici pubblici ufficiali devono adesso a vario titolo rispondere di corruzione, falsificazione di scritture di servizio, danno erariale e accesso abusivo al sistema Ced-Sdi. I riflettori della Dda si sono focalizzati in particolare sul ruolo avuto da un appuntato scelto della guardia di finanza in servizio presso la compagnia di Napoli Capodichino: sarebbe stato lui, sulla scia di un consolidato rapporto di amicizia, ad aprire a Scavone le porte dell’aeroporto, garantendogli la mancanza di controlli fiscali e valutari in occasione dei suoi numerosi viaggi e ottenendo, di contro, viaggi tra Valencia e Milano dal valore di oltre 2mila euro, una crociera dal costo di 5.050 euro, ma anche noleggi di auto, un costoso Rolex e ben 232 biglietti per le partite del Calcio Napoli dal valore di 7.952 euro. Un appuntato scelto in servizio prima presso il II Gruppo tutela entrate del Npef e in seguito, dall’aprile 2017, presso il II Gruppo Napoli avrebbe invece ottenuto denaro e utilità per un ammontare di 24.801 euro: in questo caso le principali “voci di spesa” sono state quelle relative ai ticket per lo stadio e al noleggio di auto. Favori che adesso potrebbero però pagare a caro prezzo.