NAPOLI. «Ho riprodotto nella realtà ciò che avevo letto in un libro americano. Così ho fatto a pezzi mia madre, che era già morta per cause naturali, e ho messo i resti in alcuni borsoni. Le ho tagliato la testa e le braccia».
 

Ecco la parte più choccante della confessione di Eduardo Chiarolanza, il 59enne figlio di Eleonora Di Vicino i cui resti sono stati trovati in parte giovedì sera in via Marano-Pianura.
 

Dall’una di ieri (nella notte tra giovedì e venerdì) è in carcere su decreto di fermo emesso dalla procura di Napoli con l’accusa di omicidio volontario, segno che gli inquirenti lo ritengono autore del delitto più grave e non solo di soppressione e occultamento di cadavere.
 

Per gli inquirenti sarebbe stato lui, che da tempo conviverebbe con problemi psicologici, a uccidere la madre 84enne probabilmente al culmine di un litigio o per un raptus. I due abitavano insieme in via Montagna Spaccata in quella che ora viene chiamata a Pianura la “casa degli orrori”.

 

A dare l’allarme sulla scomparsa della pensionata è stato un fratello di Eduardo, che risiede a Parma e l’8 settembre ha telefonato per parlare con la madre. A rispondere è stato il 59enne che all’invito a passargliela ha risposto con tono gelido: «Non può perché l’ho fatta a pezzi», aggiungendo che però l’aveva trovata sul divano con gli occhi chiusi e senza più respirare. «Stai scherzando?», è stata la reazione dell’uomo; «no, è vero».
 

Così, non riuscendo a parlare con la donna, nella mente del congiunto di “Edu” (com’è soprannominato il presunto assassino) ha cominciato a delinearsi la tremenda verità. Ha chiesto perché l’avrebbe fatto, ottenendo l’inquietante risposta circa il libro americano.

Il giorno dopo il figlio di Eleonora Di Vicino è partito da Parma e
arrivato a Napoli è corso subito a casa, costatando che la madre non c’era. Così si è recato alla stazione dei carabinieri di Pianura, raccontando tutto.
 

A mezzogiorno dell’altro ieri Eduardo Chiarolanza era in caserma, dove ha resistito per ore al pressing degli uomini dell’Arma e del pubblico ministero che si sta occupando del caso. Ma in tarda serata è crollato e ha fornito parziali ammissioni, dichiarando di aver riempito tre borse con i resti della madre per poi raggiungere di notte la zona di via Marano-Pianura.
 

Una sola però, almeno finora, è stata trovata e contiene il tronco della donna orrendamente mutilata, ora in obitorio per l’autopsia. Il 60enne, sulle cui condizioni mentali evidentemente si impernierà il procedimento penale, non ha detto nulla circa il movente che l’avrebbe spinto a fare a pezzi la madre, oltretutto già deceduta secondo la sua versione. L’esame sul cadavere servirà a chiarire anche questo aspetto, oltre che a stabilire presumibilmente il giorno del decesso.

 

Anche alcuni vicini di casa avevano notato l’assenza di Eleonora Di Vicino e un certo allarme in zona era scattato. Ma soltanto il ritorno a Napoli dell’altro figlio ha smosso le acque facendo venire a galla la più brutta storia di cronaca degli ultimi anni.