«Mio figlio ha sbagliato. Noi però dopo un anno vogliamo sapere se doveva morire in quel modo, lo chiediamo di nuovo perché non ci rispondono». Così Vincenzo Russo, padre di Ugo, il 15enne ucciso il 1 marzo scorso a Napoli da un carabiniere fuori servizio che il giovane aveva tentato di rapinare. Russo parla in piazza Carità, con alle spalle uno striscione "Verità e giustizia per Ugo Russo".

«Io non vorrei parlare del murales - spiega - perché prima di tutto voglio ricordare che per un ragazzo che sbaglia ci sono il carcere, le comunità, invece Ugo è stato ammazzato, penso che non solo noi, ma la città di Napoli voglia sapere la verità».

«Il nostro quartiere vive Ugo in presenza quando vede il murales, perché il ragazzo era amato dal quartiere. - prosegue - Se il Comune decide che il murales venga coperto sarà un atto di dolore ma non facciamo opposizione. Noi ci abbiamo messo 11 giorni a farlo con tre controlli al giorno e adesso è abusivo. Parlano di modificarlo? Noi lo vogliamo così, se c'è un problema parliamone, ma se vogliono fare modifiche allora non è abusivo».